Asp Cosenza, riorganizzazione difficile: troppi dipendenti imboscati che remano contro

VIDEO | L'esponente del Pd Giuseppe Mazzuca punta l'indice contro i componenti della macchina amministrativa, mentre il management fatica a gestire le risorse umane disponibili secondo criteri di efficienza ed economicità

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di Salvatore Bruno
29 giugno 2021
15:07

La tensione serpeggia tra i corridoi dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, in un momento cruciale per i destini dell'Ente, con i conti ancora in disordine, un piede e mezzo nel baratro del fallimento, e la necessità di operare una profonda riorganizzazione, tanto più in questa fase cruciale di gestione post-pandemica.

Una questione di priorità

L'emergenza Covid ha fatto emergere carenze drammatiche nei servizi di assistenza all'utenza, ma di contro anche l'esistenza di ambiti periferici dell'Asp dove, paradossalmente, il personale è addirittura sovrabbondante, in qualche caso pagato per girarsi i pollici tutto il santo giorno. Dipendenti che non è facile schiodare dalle loro postazioni comode e però scarsamente utili alla causa. Scalfire certe incrostazioni consolidate può rappresentare un'impresa ardua soprattutto se gli stessi vertici della macchina amministrativa hanno differenti vedute sulle priorità da garantire: se quella di assicurare il diritto alla salute oppure di proteggere il mantenimento di piccole rendite di posizione precedentemente acquisite.


Ferie e malattia a orologeria

E quando si prova con una disposizione a destinare qualcuno di questi privilegiati in reparti più bisognevoli di risorse umane, puntualmente c'è chi trova il modo per disattendere l'ordine di servizio. Le ferie o in alternativa, i certificati di malattia, sono la pratica più comune per aggirare gli spostamenti ed evitare destinazioni gravose, come quelle dei presidi di emergenza dove ormai non vuole andare più nessuno.

Sottrarsi alle responsabilità

Ma le assenze strategiche vengono utilizzate pure per sottrarsi alla responsabilità. ipotizza questo aspetto, nella denuncia pubblica diffusa nei giorni scorsi, Giuseppe Mazzuca, componente dell'assemblea nazionale del Pd. L'esponente democrat fa nomi e cognomi e punta l'indice contro Pasqualino Montilli, dirigente facente funzioni delle risorse umane, assente per ferie, scrive Mazzuca in una nota, proprio in concomitanza con il periodo di rinnovo dei contratti in scadenza il 30 giugno e il 31 luglio, dei componenti delle Usca, della Centrale operativa Territoriale e degli operatori dei centri vaccinali.

Rete di protezione messa a repentaglio

Secondo Mazzuca, in tal modo si mette a repentaglio il corretto funzionamento della rete di tracciabilità del coronavirus proprio nel periodo in cui si contrappongono l'allentamento delle misure restrittive e la diffusione delle varianti Delta. L'orientamento del Governo Draghi peraltro, determinato a prolungare lo stato di emergenza Covid fino al 31 dicembre, va proprio nella direzione di ampliare (per la provincia di Cosenza le Cot dovrebbero diventare sette, una ogni centomila abitanti) e consolidare questa rete di prevenzione, con la prospettiva di implementare le attività di Assistenza Domiciliare Integrata per la gestione delle patologie croniche, andando così ad alleggerire ospedali, pronto soccorso e punti di primo intervento a cui sarebbero delegate esclusivamente le emergenze, le cure per i pazienti acuti e gli interventi chirurgici programmati.

Fallito il sistema ospedalocentrico

L'esperienza Covid, nel decretare il fallimento della concezione ospedalocentrica del sistema sanitario, offre oggi straordinarie opportunità di riorganizzazione nel senso dell'efficienza e della economicità dei servizi. Per questo, sostiene Mazzuca: «non c’è alcuna ragione plausibile che possa motivare lo smantellamento del sistema di emergenza messo in piedi in questo ultimo anno», peraltro ultimamente dotato anche di un cospicuo numero di veicoli per raggiungere gli angoli più remoti del territorio.

Non abbassare la guardia

«Le statistiche e i dati che provengono dai report ministeriali e dagli organismi preposti alle indagini epidemiologiche non ci consentono di abbassare la guardia - aggiunge - Dobbiamo mantenere alta la soglia di attenzione e restare vigili per non incorrere negli errori del passato anche e soprattutto alla luce del diffondersi delle nuove varianti Delta e Delta +. I rischi di una riacutizzazione della pandemia sono concreti e ogni giorno più visibili nonostante gli effetti benefici della campagna vaccinale sul piano del contenimento della pandemia».

Giornalista
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