Accordi e minacce per accaparrarsi le aste giudiziarie, colletti bianchi in manette

NOMI-VIDEO | Accertata l’esistenza di un sistema fraudolento che di fatto ha condizionato per oltre un decennio le vendite giudiziarie del comprensorio lametino. 12 persone arrestate e 9 interdittive

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di Redazione
6 aprile 2019
11:51

Sono complessivamente 21 le ordinanze di custodia cautelare eseguite questa mattina dal gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme, di cui 1 in carcere, 11 agli arresti domiciliari e 9 interdittive. Contestualmente, sono state eseguite 23 perquisizioni domiciliari e 10 locali nei confronti di soggetti residenti nei comuni di Lamezia terme, Serrastretta, Soveria mannelli, Gizzeria, Maida, Reggio Calabria e Palmi per i reati contro la pubblica amministrazione, tra i quali turbata libertà degli incanti, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, abuso d’ufficio, falsità idelogica commessa dal pubblico ufficiale, induzione indebita a dare o promettere utilità,  e contro il patrimonio, tra i quali autoriciclaggio ed estorsione.

 


L’indagine si è incentrata su anomalie relative a numerose vendite giudiziarie nell’ordine di circa trenta aste pubbliche, che si sono tenute nel corso dell’anno 2018 al tribunale di Lamezia ovvero presso l’associazione notarile ubicata all’interno dello stesso palazzo di giustizia, nell’ambito delle quali sono state rilevate turbative finalizzate a dirottare l’esito finale verso l’obiettivo prefissato dagli indagati.

Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un sistema fraudolento che di fatto ha condizionato per oltre un decennio le vendite giudiziarie del comprensorio lametino.

Il ruolo di Raffaele Calidonna

Artefice di tale meccanismo illecito era Raffaele Calidonna, lametino, il quale, in alcuni casi partecipava personalmente e in altri si avvaleva di compiacenti collaboratori, tra cui avvocati e commercialisti, nonchè “ganci” interni al locale palazzo di giustizia, e dell’interposizione fittizia di un’agenzia d’affari e servizi costituita ad hoc ed intestata alla figlia. Difatti riusciva ad ottenere ribassi e/o preziose informazioni riservate relative alle aste giudiziarie dei suoi clienti, risultati il più delle volte debitori esecutati delle stesse. Allorquando le notizie non risultavano utili per il raggiungimento dello scopo, Calidonna avvicinava gli altri offerenti, intimidendoli al fine di farli desistere adducendo vicinanze ed appartenenze a cosche locali. Spesso però stipulava preventivamente accordi con curatori, custodi e professionisti delegati alla vendita.

 

Gli accertamenti economico-patrimoniali delegati ed eseguiti dalla Guardia di finanza di Lamezia hanno anche permesso di ricostruire l’effettiva capacità patrimoniale illecitamente accumulata nel corso degli anni da taluni degli indagati, per il complessivo valore di quasi quattro milioni di euro, pur dichiarando esigue posizioni reddituali, nonchà la pilotata aggiudicazione delle unità immobiliari, oggetto delle accertate turbative d’asta, del complessivo valore di quattro milioni e mezzo di euro.

L'autoriciclaggio

È  stata dimostrata anche la sussistenza del reato di autoriciclaggio per un ammontare di circa 270mila euro, quale provento da attività delittuosa, in quanto Calidonna e i suoi prestanomi negli anni dal 2006 ad oggi hanno acquistato all’incanto 20 unità immobiliari per 1 milione di euro, rivendendole successivamente per 1 milione e 270 mila euro.  

 

Gli indagati

Calidonna Raffaele (di anni 56), titolare di fatto dell’agenzia d’affari e servizi, in carcere;
Calidonna Sara (di anni 30), titolare di diritto dell’agenzia d’affari e servzi, ai domiciliari;
Ruocco Pantaleo (di anni 63), ufficiale giudiziario in servizio presso l’unep di lamezia terme, ai domiciliari e interdittiva;
Stigliano Antonio (di anni 68), ufficiale giudiziario in servizio presso l’unep di lamezia terme, ai domiciliari e interdittiva;
Durante Massimo (di anni 51), commercialista, ai domiciliari e interdittiva;
Larizza Aldo (di anni 52), commercialista, ai domiciliari e interdittiva;
Misuraca Francesca (di anni 57), commercialista, ai domiciliari;
Famularo Bruno (di anni 42), avvocato, ai domiciliari;
Vitalone Emanuela (di anni 43), avvocato, ai domiciliari e interdittiva;
Benincasa Giuseppe (di anni 57), avvocato, ai domiciliari;
Travaglio Eugenio (di anni 65), ragioniere, ai domiciliari;
Caporale Carlo (di anni 56), imprenditore, ai domiciliari;
Albanese Michele (di anni 62), funzionario di cancelleria presso il tribunale di lamezia terme, interdittiva;
Marasco Sabrina (di anni 50), funzionario di cancelleria presso il tribunale di lamezia terme, interdittiva;
Travaglio Oriana (di anni 37), avvocato, interdittiva;
Sereno Massimo (di anni 52), avvocato, interdittiva.

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