AstraZeneca, la Calabria si allinea: «Già iniziati i richiami solo con Moderna o Pfizer»

A prendere le distanze dalle indicazioni dell'Aifa e del ministero della Salute solo il governatore della Campania secondo il quale «si crea confusione e si incrina la fiducia dei cittadini»

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di Redazione
14 giugno 2021
16:21

La Calabria recepesce le nuove raccomandazioni del Cts e le indicazioni del Governo. Secondo quanto si apprende dalla task force regionale, infatti, in linea con le indicazioni del generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per il contrasto all'emergenza Covid, a quanti hanno già ricevuto la prima dose del vaccino Astrazeneca sarà possibile somministrare il richiamo con dosi di Moderna o Pfizer.

«Abbiamo iniziato sin da subito - ha spiegato Fortunato Varone, dirigente generale della Protezione civile regionale - con le seconde dosi seguendo le indicazioni del Cts stabilite venerdì. E per questo valgono gli appuntamenti già presi. Nella giornata di domenica c'è stato un rallentamento che ci aspettavamo. C'è un po' di disorientamento da parte delle persone. Comunque per quanto ci riguarda noi sappiamo che la seconda dose di Astrazeneca deve essere effettuata categoricamente con Pfizer o Moderna». Al momento non ci sono problemi per le dosi Pfizer. «Le dosi al momento ci sono e siamo tranquilli. Continuiamo ad operare in serenità per trasmettere serenità» - ha detto Varone.


Campania contraria al mix di vaccini

A prendere le distanze dalle indicazioni dell'Aifa e del ministro della Salute, Roberto Speranza, solo il governatore della Campania secondo il quale «si crea confusione e si incrina la fiducia dei cittadini». Ma, a parte la presa di posizione di Vincenzo De Luca, la maggior parte dei presidenti si allineano alle nuove indicazioni. Così Fontana, Zingaretti, Giani e Toti, Lopalco, solo per citarne alcuni, che da subito si sono detti disponibili a seguire indicazioni di Roma.

«Le vicende degli ultimi giorni - spiega il presidente della Campania - relative all'uso del vaccino Astrazeneca cambiano in modo radicale il livello di fiducia, le sensibilità e la stessa disponibilità dei cittadini in relazione alla campagna vaccinale. Occorre dunque ricostruire il rapporto di fiducia verso lo Stato, oggi fortemente compromesso».

Speranza: «Nostre indicazioni sono perentorie»

«Sulle questioni di natura sanitaria le evidenze scientifiche vanno rispettate da tutte le Regioni, in queste ore ci sono interlocuzioni con la Campania. Le nostre indicazioni sono di natura perentoria e devono essere seguite. Non è un dibattito politico ma quello che dicono i nostri scienziati deve essere seguito erga omnes». Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza durante "30 minuti al Massimo" de La Stampa rispondendo alla domanda del direttore Massimo Giannini sulla necessità riguardo ai vaccini di dare ordini anzichè raccomandazioni.

E, spiegando i cambiamenti di indicazioni sull'uso dell'immunizzante di Astrazeneca avvenuti nel corso delle ultime settimane ha affermato: «Con grande onestà e trasparenza voglio dire che la comunità scientifica internazionale ha dato indicazioni sul vaccino Astrazeneca che sono cambiate con il passare delle settimane sulla base delle evidenze scientifiche. E i diversi Paesi si sono adeguati. Se è raccomandato sopra o sotto i 60 anni non è una decisione politica, non è un presidente del consiglio, un ministro o un presidente di Regione che decide». E ha concluso: «Dobbiamo affidarci a chi ci ha guidato in questa stagione: le agenzie regolatorie, il Comitato tecnico scientifico, gli esperti che legittimamente possono cambiare opinione. Le evidenze scientifiche sono cambiate ed è la comunità scientifica che ci guida. Quando le indicazioni su un vaccino cambiano è perchè l'evoluzione dell'evidenza scientifica è cambiata».

La posizione delle altre regioni

Ma la pensano in modo diverso gli altri presidenti. «Noi la programmazione l'abbiamo fatta sulla base delle disposizioni che arrivavano dall'Aifa e dal governo. E quindi - spiega il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana noi dovremmo rivedere tutta la programmazione, perché le dosi destinate al richiamo Pfizer erano destinate solo a chi aveva fatto la prima dose Pfizer».

Per il governatore della Liguria «l'unica cosa che rilevo è che, se avessimo fatto un po' meno confusione su AZ prima sopra i 50, sotto i 50, sospeso per 3 giorni, forse oggi ci sarebbe più credibilità», ha detto Giovanni Toti.

Per il presidente della Lombardia, Attilio Fontana: «Io fin dall'inizio di questa epidemia ho seguito sempre le indicazioni che arrivavano dall'Aifa e dal ministero. Esiste un provvedimento ministeriale al quale ci si deve tutti attenere, e io mi atterrò».

Sulla stessa lunghezza d'onda l'Emilia Romagna. «Non so quali competenze abbia De Luca ma non esiste un piano vaccinale delle regioni. Esiste il piano vaccinale dello Stato che è suffragato da un parere del Cts chiesto del governo italiano, e da una disposizione di Aifa. Non credo che possiamo fare una vaccinazione fai da te» ha detto l'assessore alle politiche per la Salute Raffaele Donini.

Stessa posizione per la Toscana. «Rispettiamo le indicazioni del Governo e ci muoviamo di conseguenza» commenta il presidente, Eugenio Giani. «I richiami delle persone con meno di 60 anni, che hanno effettuato la prima dose con AstraZeneca, saranno riprogrammati».

Anche la Regione Lazio seguirà le indicazioni del governo su AstraZeneca. «Io rispetto l'opinione di tutti - afferma il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti - ma in momenti così delicati, bisogna seguire le indicazioni e le decisioni del Cts e del governo attraverso una direttiva che è molto chiara. Non è giusto scaricare sui cittadini la libera scelta».

Anche la Regione Umbria si adegua alle ultime disposizioni. «Coloro che erano programmati verranno regolarmente vaccinati con vaccino m-RNA (Pfizer e Moderna) - ha fatto sapere il commissario all'emergenza, Massimo D'Angelo - se invece i cittadini under 60 che avrebbero dovuto ricevere la seconda dose oggi con AstraZeneca non si dovessero presentare, riceveranno un sms con un nuovo appuntamento nei prossimi giorni».

Stesso discorso in Sardegna. «La Sardegna seguirà le indicazioni espresse a livello nazionale: non sta alle regioni decidere quali vaccini utilizzare e a chi destinarli e noi ci siamo sempre mossi all'interno del perimetro tracciato dal ministero e dall'autorità del farmaco». Lo precisa l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

Rassicurazioni sul mix anche dalla Puglia «È una tecnica che abbiamo utilizzato anche in passato. Nella campagna vaccinale contro la polio» precisa il virologo Pierluigi Lopalco, assessore alla sanità della Regione. 

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