Avvocatura Regione, Santelli si affida a Borgo. Scatta la diffida dell'Ordine: «Atto illegittimo»

La governatrice ha assegnato l'interim dopo lo stop del Tribunale alla nomina di Giungato. Ma il Consiglio catanzarese alza le barricate: «Mancano requisiti e autonomia, coordinatore sia scelto secondo la legge»

di Luana  Costa
18 agosto 2020
18:06
La governatrice Jole Santelli
La governatrice Jole Santelli

Torna alla carica il Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro, forte della vittoria guadagnata sul terreno giudiziario con la sentenza emenata ieri dal Tribunale che nei fatti ha sospeso l'efficacia del decreto regionale di nomina di Maria Maddalena Giungato a coordinatrice dell'Avvocatura regionale.

 


In tutta fretta ieri la presidente della Regione aveva licenziato un nuovo decreto con cui affidava ad interim il settore a Maurizio Borgo. 

Piovono diffide

Ed è proprio verso questo ultimo provvedimento che è indirizzata la nuova diffida del Consiglio dell'Ordine catanzarese, patrocinata dagli avvocati Crescienzo Santuori e Vincenzo Agosto, con la quale si intima alla Cittadella di avviare la procedura pubblica per l'affidamento dell'incarico pena l'innesco di una nuova azione legale. 

Nomina secondo legge

Il Tribunale Civile di Catanzaro - sezione Lavoro - nella ordinanza aveva infatti disposto che la Regione procedesse al conferimento dell'incarico di coordinatore dell'avvocatura regionale secondo le modalità previste dalla legge.

 

Ed è proprio questa circostanza divenuta oggi oggetto della nuova diffida spedita al decimo della Cittadella.

 

«Il decreto da ultimo adottato è illegittimo e abnorme - si legge nella diffida - avendo al contempo eluso l’ordine giudiziale che impone alla presidente, Jole Santelli, il conferimento dell’incarico di coordinatore dell’avvocatura secondo norme di legge e costituzionali e non invece reiterando gestioni personalistiche». 

Illegittimità reiterata

Il Consiglio dell'Ordine incalza ancora la Regione sul fronte della legalità poiché la nomina ad interim di Maurizio Borgo avrebbe violato la legge che, disciplinando le funzioni svolte dagli avvocati nell'alveo degli enti pubblici, impone la loro l’esclusività e l’iscrizione a un albo speciale.

 

«Il citato perimetro normativo è stato ampiamente violato dalla Regione - annotano i due avvocati - dal momento che l’avvocato Borgo, rivestendo un incarico dirigenziale di livello generale - al dipartimento Segretario - per il quale è stato posto in aspettativa e collocato fuori del ruolo di avvocato dello stato, non può essere iscritto all’albo speciale».

Nessun requisito

«In altre parole - aggiungono ancora - l’avvocato Borgo non solo non possiede i requisiti per poter rivestire l’incarico di coordinatore dell’avvocatura regionale quale “avvocato tra avvocati”, quanto la sua nomina vìola princìpi normativi e giurisprudenziali che impongono la sostanziale estraneità dell’avvocato rispetto all’apparato amministrativo burocratico dell’ente in posizione di indipendenza e di autonomia, con esclusione di ogni attività di gestione allo scopo di evitare qualsiasi rischio di condizionamento nell’esercizio della sua attività professionale».

Giornalista
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