Il pasticcio

Bagnara, dopo le comunali fecero ricorso per accertare eventuali brogli ma ora si ritrovano indagati

Avvisi di garanzia notificati ad alcuni candidati nella lista “La Bagnara che vogliamo”. Secondo l’accusa nel procedimento sarebbero stati usati atti falsi

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di Elisa Barresi
29 febbraio 2024
11:03

Notificati ai candidati nella lista “La Bagnara che vogliamo”, che presentarono ricorso per le elezioni amministrative per accertare eventuali brogli elettorali, avvisi di garanzia. Secondo l’ipotesi accusatoria, nel ricorso sarebbero stati usati atti falsi.

È necessario fare un salto indietro nel tempo. Tornare all’estate del 2022 quando il Comune di Bagnara ha visto il ritorno alle urne per eleggere il Consiglio Comunale. A sfidarsi era l’amministrazione uscente con candidato a sindaco Mario Romeo e l’attuale sindaco Adone Pistolesi. Quest’ultimo ha guadagnato la vittoria, ma le fasi immediatamente successive al voto si sono trasformate in immediata polemica. Un risultato che, secondo la squadra uscente, poteva essere stato falsato da operazioni «illecite».


Le iniziali voci di corridoio sono state poi cristallizzate in un vero e proprio ricorso. Inizialmente, dal controllo incrociato delle carte, i rappresentanti di “La Bagnara che vogliamo” riscontrarono schede votate in numero maggiore rispetto agli elettori che si sono recati alle urne muniti di tessera elettorale. Dal sospetto si è passati alle vie legali. E la minoranza consiliare ha presentato un ricorso al Tar per far luce su una serie di incongruenze nel voto dello scorso 12 giugno.

Giornalista
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