La decisione

«Baiardo deve essere arrestato». La decisione dei giudici per l’ex favoreggiatore dei fratelli Graviano

L’uomo che predisse l’arresto di Messina Denaro è accusato di calunnia nei confronti di Massimo Giletti e del sindaco Cerasa. Disposti i domiciliari, ma la parola passa alla Cassazione. No dei giudici all’arresto per l’accusa di aver favorito Berlusconi e Dell’Utri nell’elusione delle indagini sulle stragi del 1993

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di Consolato Minniti
29 settembre 2023
20:43
Salvatore Baiardo
Salvatore Baiardo

Salvatore Baiardo deve essere posto agli arresti domiciliari. È quanto hanno deciso i giudici del Tribunale del Riesame di Firenze, accogliendo l’appello proposto dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli all’udienza del 5 settembre scorso.

In un primo tempo, infatti, la richiesta di emettere un provvedimento cautelare nei confronti dell’ex gelataio di Omegna non era stata accolta dal gip fiorentino che non aveva ritenuto di condividere l’impostazione accusatoria. Tuttavia, Baiardo non andrà subito ai domiciliari come disposto dal Riesame. Il codice, in caso di appello del pm, prevede che la misura decisa dai giudici diventi esecutiva solo allo spirare del termine per un eventuale ricorso per Cassazione. Termine che ben difficilmente la difesa farà trascorrere senza rivolgersi alla Suprema Corte. In quel caso, l’efficacia della decisione del Riesame verrà congelata in attesa che cali la definitività del giudizio cautelare e quindi la Cassazione dica l’ultima parola. Qualora i giudici romani dovessero rigettare il ricorso della Difesa, allora per Baiardo arriverebbero gli arresti domiciliari con divieto di contatto con persone diverse dai conviventi e dagli avvocati difensori.


Le ragioni degli arresti domiciliari

Ma perché si è arrivati ad una misura così drastica nei confronti di colui che è stato in passato ritenuto un favoreggiatore dei fratelli Graviano? L’ipotesi accusatoria per la quale è stata accolta la richiesta è quella relativa al reato di calunnia nei confronti di Massimo Giletti, il giornalista fino a poco tempo fa in onda su La7 con la sua “Non è l’Arena”. Nello specifico, si tratta della vicenda ormai nota concernente una foto che raffigurerebbe Silvio Berlusconi insieme a Giuseppe Graviano. Ma Baiardo è accusato di calunnia anche nei confronti del sindaco di Cerasa, Giancarlo Ricca, il quale è stato indicato in televisione – pur senza farne mai direttamente il nome – come uno dei riciclatori dei soldi dei Graviano. A giudizio del Tribunale del Riesame, quindi, come sostenuto dall’accusa, quelle parole sarebbero prive di fondamento.

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Niente accuse di favoreggiamento

Non ha colto nel segno, invece, l’ipotesi accusatoria riguardante il favoreggiamento di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, entrambi all’epoca indagati per le stragi del 1993. A giudizio dei magistrati fiorentini, gli elementi raccolti non sono sufficienti per l’emissione di un provvedimento cautelare, con ciò sposando la tesi del gip che, nello scorso mese di maggio, aveva rigettato la richiesta.

Chi è Baiardo

Salvatore Baiardo nel 1996 è stato condannato per il favoreggiamento dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, avendone gestito la latitanza nel Nord Italia. Secondo l’accusa, avrebbe favorito Berlusconi e Dell’Utri nell’elusione delle indagini a loro carico (per Berlusconi fino al momento della morte, essendo l’indagine ora solo nei riguardi di Dell’Utri). Tutto ruota attorno alla fotografia che Baiardo assunse di possedere e che avrebbe ritratto Berlusocni insieme a Graviano ed al generale dei carabinieri Francesco Delfino. Circostanza nettamente smentita dai legali di Berlusconi, anche con riferimento ai rapporti di questi con il boss Graviano. Questi, in più di una circostanza, riferì dei suoi collegamenti con l’ex premier. Anche nel corso del processo ‘Ndrangheta stragista, raccontò al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo di quelle relazioni di tipo economico che avrebbe intrattenuto con Berlusconi. Affermazioni che, però, ad oggi, non hanno trovato alcun riscontro.

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Di Baiardo, tuttavia, si ricorda soprattutto la sua profezia. Nel novembre del 2022, intervistato proprio da Giletti, disse che vi era la possibilità di un imminente arresto di Matteo Messina Denaro, facendo riferimento anche a problemi di salute. Circostanza poi verificatasi effettivamente pochi mesi dopo. Nei giorni scorsi il boss di Cosa nostra è deceduto proprio a causa del tumore che lo aveva colpito.

Ora, dunque, la parola passerà quasi certamente alla Corte di Cassazione che dovrà dire l’ultima parola sull’eventuale arresto di Baiardo.  

Giornalista
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