Le “api” ronzano intorno al bando da 2,8 mln. I passi falsi della Regione alimentano i timori

È in scadenza la gara per l’assegnazione dei servizi di comunicazione strategica e organizzazione di eventi. Nei mesi scorsi la Calabria non ha dato grandi esempi di trasparenza della spesa, come in occasione della partecipazione del presidente Mario Oliverio al Festival di Spoleto (100mila euro) e del meeting degli operatori turistici tedeschi (800mila euro)

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di Enrico De Girolamo
23 marzo 2019
15:42
Mario Oliverio
Mario Oliverio

Buste chiuse e occhi aperti. I 2,8 milioni di euro del bando per il “Servizio di comunicazione strategica e organizzazione di eventi” sono puro nettare per le api che ronzano intorno alla Regione. E il ronzio diventa più forte in vista del 25 marzo, data entro la quale dovranno essere presentate le offerte per partecipare alla gara.
L’importo complessivo della procedura è pari a 2.786.885 euro, iva esclusa. Soldi che serviranno per finanziare due lotti diversi: il primo, per il quale sono stati stanziati 1.147.540 euro, riguarda la realizzazione di materiale pubblicitario classico (brochure, manifesti, opuscoli informativi e cose così) a supporto del Dipartimento presidenza - Settore affari generali; il secondo, che può contare su 1.639.344 euro, è inerente al servizio per la realizzazione di campagne mediatiche e pubblicitarie, nonché all’organizzazione di eventi fieristici a supporto del Dipartimento presidenza - Settore internazionalizzazione.

 


Obiettivi "commoventi"

Come sempre accade in questi casi, gli obiettivi enunciati nel bando sono di una nobiltà commovente: «Aumentare la consapevolezza dei cittadini circa il rilevante ruolo delle politiche regionali in ogni ambito della società locale (…); rafforzare la consapevolezza del lavoro congiunto delle istituzioni europee, nazionali e regionali per lo sviluppo della Calabria (…); ridurre la distanza tra istituzioni e cittadino, promuovendo un dialogo autentico con i cittadini e i portatori di interesse; migliorare la conoscenza dei risultati delle politiche regionali e in particolare dei progetti e delle buone pratiche realizzate con la programmazione operativa regionale (…); valorizzare l’attività di programmazione della Regione Calabria e di favorire il coordinamento fra i soggetti operanti sul territorio regionale sui temi della promozione dell’internazionalizzazione del Sistema Calabria».

 

Proprio quello che ci vuole prima delle elezioni

Finalità che, al di là dei roboanti intenti, hanno inevitabilmente anche un retrogusto elettoralistico, visto che manca meno di un anno alla nuova tornata elettorale delle Regionali, con il governatore Mario Oliverio pronto a candidarsi nuovamente, nonostante l’inchiesta Lande desolate in cui resta indagato per abuso d’ufficio e corruzione, anche se recentemente la Cassazione ha annullato l’obbligo di dimora che lo costringeva a restare nei confini di San Giovanni in Fiore, compromettendo la sua mobilità in campagna elettorale. Scongiurato questo pericolo, la ricandidatura del governatore resta in piedi ed è pronta ad incamminarsi per valli, monti e spiagge della Calabria. Corroborata, se è possibile, anche dai servizi di comunicazione assegnati dal bando in scadenza martedì prossimo. Il rischio maggiore, infatti, è che i quasi 3 milioni di euro messi sul piatto, finiscano per alimentare la propaganda elettorale in vista del voto del prossimo autunno, invece di perseguire le finalità enunciate nel bando, a cominciare dal sostegno all’internazionalizzazione dei prodotti calabresi.

 

Precedenti non incoraggianti: Spoleto

Un timore rafforzato da quanto già avvenuto in Calabria negli scorsi mesi, come in occasione della pseudo-partecipazione della Regione al Festival di Spoleto. Nella città umbra Oliverio ci andò a luglio, per partecipare a un evento collaterale alla kermesse culturale, gli incontri di Paolo Mieli, una serie di interviste che l’ex direttore del Corriere della Sera da tempo sviluppa nell’ambito del Festival dei due mondi. In quell’occasione, la Calabria sborsò 100mila euro per sponsorizzare le interviste di Mieli e assicurare al governatore la sua passerella al fianco di personaggi come Carlo Freccero, Raffaella Carrà, Marco Travaglio, Franca Leosini, Gabriele Muccino e Paola Cortellesi. E poco male se in quel contesto Oliverio è apparso come l’ananas sulla pizza. Il presidente ha sempre difeso a spada tratta l’utilità di quella spesa (che comprendeva anche una cena di gala con 60 commensali), ma in termini di promozione territoriale quei 100mila euro di soldi pubblici non portarono neppure un turista in più, visto che della Calabria al Festival di Spoleto non si fece alcuna menzione ufficiale.
Sulla questione si scatenò una furiosa polemica (con annesso esposto in procura), alimentata anche da un parlamentare cinquestelle umbro, Stefano Lucidi, che voleva sapere che ci azzeccasse la Calabria con Spoleto e se davvero la Fondazione del Festival, presieduta dal sindaco, avesse incassato soldi dalla Regione. Domande a cui rispose il primo cittadino di Spoleto, Umberto De Augustinis: «La Fondazione non ha percepito alcuna somma in relazione al contributo della Regione Calabria, che non sarà dunque inserito nel rendiconto della 61esima edizione». I 100mila euro, infatti, furono pagati a tempo di record (appena 29 giorni) a una importante società di comunicazione e marketing, la Hdrà, che aveva proposto e venduto alla Calabria, senza gara, la partecipazione agli incontri di Mieli, ma solo a quelli, non certo alla storica kermesse culturale, anche se nei relativi decreti regionali il riferimento al Festival dei due mondi era sempre presente, proprio per motivare una spesa che altrimenti avrebbe sollevato perplessità sin dall’inizio, visto che la presenza della Calabria era nei fatti assolutamente marginale rispetto al programma della manifestazione. Insomma, 100mila euro spesi più per la visibilità del governatore che per la promozione dei prodotti calabresi.

 

Lo "spezzatino" tedesco da 800mila euro

Senza dubbio più focalizzata sulla promozione territoriale, anche se molto più costosa, è stata invece l’organizzazione in Calabria del 68° meeting della Dvr, la federazione nazionale del turismo tedesco, che si è tenuto dal 10 al 14 ottobre scorso tra Scilla e Reggio. In questo caso sono serviti ben 800mila euro per realizzare un evento certamente di primo piano, perché ha coinvolto 600 operatori tedeschi del settore turistico, ma dal ritorno commerciale molto incerto. Al di là dei risultati in termini di aumentati flussi turistici, ancora tutti da dimostrare, anche in questo caso ad aver colpito è stata la modalità di spesa, affrontata con un vero e proprio “spezzatino” delle risorse impiegate, che ha consentito l’affidamento diretto o tramite procedura negoziata di molti servizi funzionali all’organizzazione del convegno.
La fetta più grossa - 270mila euro - è andata a una Snc, la Dee Jay Service di Florio Remo e Russo Silvana, unica società ad aver presentato un’offerta in seguito all’avviso pubblico per l’assegnazione dei “servizi integrati”, cioè tutte quelle attività logistiche che hanno poi consentito la realizzazione del meeting.

 

Speranze di trasparenza affidate alla Sua

Precedenti che se anche, come è auspicabile, restano nell’alveo della legittimità degli atti amministrativi adottati, alimentano i timori che un impiego disinvolto delle risorse si ripeta in occasione del nuovo bando sulla comunicazione in scadenza tra due giorni.
Fortunatamente, a garanzia del fatto che la discrezionalità politica non dovrebbe in questo caso riuscire a orientare la spesa, c’è il ruolo della Stazione unica appaltante, che per legge gestisce il bando in considerazione dell’entità del plafond. Ma in Calabria, quando si tratta di fondi pubblici, stare con gli occhi bene aperti non guasta mai.


Enrico De Girolamo

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