Basket, insulti razzisti contro giocatore del Catanzaro: sospeso atleta

La vicenda è scaturita dalla denuncia del deputato di Fratelli d'Italia, Wanda Ferro. Oggi il provvedimento responsabile della squadra Cus Bari

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di Redazione
25 febbraio 2019
15:03
Nicola Markovic
Nicola Markovic

È stato sospeso dal Cus Bari (Centro universitario sportivo) il giocatore delle selezione Under 18 resosi responsabile di presunti insulti razzisti nei confronti di un avversario della Mastria Vending Virtus, squadra catanzarese. La vicenda è scaturita dalla denuncia del deputato di Fratelli d'Italia, Wanda Ferro, che con una nota aveva espresso «solidarietà e vicinanza al giovane cestista Nicola Markovic, e a tutti i compagni della compagine catanzarese della Mastria Vending Virtus Under 18 Eccellenza guidata dal coach Antonio Cerone, per i gravi insulti razzisti che sono stati rivolti all'atleta serbo nel corso della partita giocata giovedì scorso a Bari contro la formazione del Cus».

 


Oggi la reazione di Donato Ravelli responsabile della sezione basket del Cus Bari: «Adesso basta! Ora servirebbero responsabilità e buonsenso, e non propaganda e falsità. Con i titoloni sul 'presunto' attacco razzista di un nostro cestista, si stanno superando i limiti della pazienza. Precisiamo che, l'episodio a cui il comunicato fa riferimento è avvenuto a pochi secondi dalla fine della partita e non durante tutto lo svolgimento della stessa. Al momento dell'accaduto il giocatore responsabile dell'offesa è stato fatto uscire immediatamente dal campo, richiamato dal nostro staff tecnico, e successivamente sospeso dalle attività agonistiche dalla nostra società».

 

Nella nota viene poi ricostruito il contesto in cui è avvenuto l'episodio. «L'offesa deprecabile e ingiustificabile è stata una risposta sbagliatissima alle provocazioni e minacce di tesserati della Virtus Catanzaro, già innervositi per l'epilogo della gara che volgeva al termine. Alcuni tesserati del Catanzaro, inoltre - è detto ancora - sostavano al termine della gara nel tunnel degli spogliatoi per cercare il contatto con nostri atleti assolutamente estranei a tutto l'accaduto. Solo l'intervento dello staff biancorosso permetteva che i ragazzi raggiungessero gli spogliatoi».

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