Rimborsopoli a Cosenza

Biglietti falsi, fotocopie e screenshot: ecco come venivano pagate le missioni di Occhiuto

VIDEO | Dalle carte dell'inchiesta ormai in dirittura d'arrivo risultano clamorose irregolarità nei rimborsi delle presunte spese sostenute dal sindaco. Liquidati ticket aerei anche su tratte diverse dalle destinazioni dichiarate. Tutte le cifre (ASCOLTA L'AUDIO)

di Redazione
22 luglio 2021
14:09
Palazzo dei Bruzi e, nel riquadro, Mario Occhiuto e Giuseppe Cirò
Palazzo dei Bruzi e, nel riquadro, Mario Occhiuto e Giuseppe Cirò

Lasciano sbalorditi le numerose irregolarità commesse nel presentare all'economato la documentazione necessaria ad ottenere i rimborsi per le missioni istituzionali del sindaco di Cosenza, emerse nell'ambito dell'inchiesta sulle cosiddette creste, condotta dalla Procura e avviata verso la formulazione dei capi di imputazione e le richieste di rinvio a giudizio. Quattro gli indagati che rischiano di andare a processo: il primo cittadino Mario Occhiuto, il suo ex segretario Giuseppe Cirò ed i dirigenti pro-tempore del servizio economato di Palazzo dei Bruzi Bruno Palermo e Ada Francesca Federico.

Evidenti anomalie

Le anomalie riscontrate dalla guardia di finanza, delegata dai magistrati a compiere gli accertamenti sulle pezze d'appoggio utilizzate per ottenere l'illecito pagamento delle spese di trasferta, sono lampanti, evidenti anche ai non addetti ai lavori. Per cui viene da chiedersi come sia stato possibile che questo stato di cose si prolungasse per un periodo così lungo, circa quattro anni tra il 2013 ed il 2017, e per importi così clamorosamente cospicui, decisamente superiori rispetto a quelli richiesti da Salvatore Perugini, predecessore di Mario Occhiuto, o da altri amministratori di Palazzo dei Bruzi in carica nel medesimo periodo e per analoghi soggiorni fuori città.


Cosa prevede la legge

Le norme in materia sono chiare: per vitto e alloggio il sindaco ha un budget di 184 euro al giorno al quale si aggiungono gli importi del viaggio e quindi del biglietto per il mezzo di trasporto utilizzato. Per la verità è ammesso anche l'uso del proprio mezzo privato, con rimborso pari a un quinto del costo di un litro di benzina per ogni chilometro percorso, delle spese di pedaggio autostradale, di parcheggio e dell'eventuale custodia del veicolo. In questo caso però il tetto di spesa non può superare il prezzo del biglietto del treno per la medesima tratta. Inoltre il regolamento impone all'economo di pretendere sempre le ricevute in originale corredate da una dichiarazione sulla durata e le finalità della missione.

Normative disattese

Tutte queste prescrizioni sono state sistematicamente disattese. Le fiamme gialle si sono cimentate in uno scrupoloso incrocio dei dati mettendo a confronto l'agenda del sindaco, detenuta dalla segretaria Emanuela Gagliardi, con i titoli di viaggio e le ricevute di alberghi e ristoranti presentati per il rimborso. Il controllo ha riguardato soprattutto la partecipazione agli appuntamenti convocati da Anci, organismo nel quale Mario Occhiuto ricopre tutt'ora incarichi di valenza nazionale. Sono emersi i seguenti dati:

- in 39 casi è stato accertato che effettivamente il sindaco si è recato in trasferta, senza però indicare il motivo delle missioni. Per queste date né l'Anci, né gli uffici comunali sono stati in grado di fornire riscontri sulle presunte attività espletate in queste circostanze da Mario Occhiuto in quanto rappresentante dell'amministrazione. Nel complesso, per queste trasferte sono stati rimborsati 29.926,61 euro di cui 9.443,24 sarebbero riconducibili - secondo gli investigatori - a ricevute d'albergo artefatte e biglietti d'aereo falsi;

- in 18 casi è stato accertato che effettivamente il sindaco si è recato in trasferta indicando quale motivazione la partecipazione ad appuntamenti istituzionali dell'Anci. Ma dai fogli firma acquisiti dai finanzieri proprio presso la sede dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, la presenza di Occhiuto non risulta. Nel complesso, per queste trasferte sono stati rimborsati 15.299,08 euro di cui 3.852,62 sarebbero riconducibili a biglietti d'aereo falsi.

Carta straccia

L'economato ha disposto rimborsi anche dietro la presentazione di ricevute in fotocopia e non in originale come previsto dalle norme. E numerose fotocopie sono poi risultate truccate, anche in maniera grossolana. Per una trasferta del sindaco nel periodo 26-28 novembre 2014, ad esempio, viene consegnata all'economo una ricevuta di albergo priva della data di emissione ed indicante pernottamenti riferiti al mese di aprile dello stesso anno che poi si scoprirà essere stata utilizzata per ottenere un altro rimborso. In un'altra circostanza, per una missione a Roma del giugno 2013, vengono posti a rimborso biglietti aerei con destinazione Milano e ricevute di taxi di Milano. Medesima circostanza appare in un'altra trasferta dell'ottobre 2013. Per una missione a Roma dell'aprile 2014 invece sono stati posti a rimborso biglietti aerei con destinazione Torino.

Il dono dell'ubiquità

Dalle indagini è inoltre emerso che, in almeno quattro circostanze, le richieste di rimborso avanzate all'economato si riferiscono a periodi in cui il sindaco Mario Occhiuto era certamente in sede poiché presente ad appuntamenti formali o istituzionali. In un caso addirittura era impegnato in un consiglio comunale. Ci sono poi altre clamorose discrepanze, che avrebbero dovuto quantomeno destare qualche sospetto. Per una presunta missione a Roma nel periodo 12-13 maggio, ad esempio, la rendicontazione è stata depositata il 13 maggio nonostante il volo contabilizzato partisse da Fiumicino proprio la stessa sera del 13 maggio.

Biglietti extralusso

Come detto, il tetto massimo delle spese di vitto e alloggio, per il sindaco è pari a 184 euro. Per gonfiare i rimborsi, allora, si sarebbe proceduto soprattutto ad alterare l'importo dei biglietti aerei, oltre che a produrre false ricevute alberghiere a corredo della documentazione disposta per le missioni non effettivamente effettuate. All'esito dell'istruttoria condotta dalla finanza risulterebbero presentati per il rimborso 45 biglietti aereo falsi. In realtà non sono proprio biglietti ma semplici stampe dello schermo di un computer contenenti gli estremi delle prenotazioni e dei pagamenti. Ma trattandosi appunto di stampe e non delle carte d'imbarco, non è stato difficile con gli opportuni copia e incolla, modificarne date e contenuti. E gli importi, che avrebbero dovuto destare qualche perplessità: il costo medio del viaggio di andata e ritorno sulla tratta Lamezia-Fiumicino era di mille euro con punte, per alcuni casi, anche di 1.300 euro. Decisamente troppo anche per una compagnia come l'Alitalia tradizionalmente cara.

Gli errori marchiani

Sempre relativamente al tetto massimo delle spese di vitto e alloggio, per il sindaco fissato a 184 euro, spesso gli uffici hanno liquidato somme di gran lunga superiori a quelle spettanti per legge, commettendo così marchiani errori di calcolo. Per esempio, per una missione del gennaio 2013 di due giorni, invece di 368 euro (184,00 x 2 pernottamenti) sono stati rimborsati 552 euro (184,00 x 3 notti). Sempre nel gennaio 2013 a fronte di un tetto massimo di spesa di 552 euro per una missione di tre giorni, sono stati rimborsati 672,50 euro. Nell'arco dei quasi quattro anni presi in esame, le difformità di questo tenore sono almeno una ventina.

Le accuse di Cirò

Che a falsificare le documentazioni sia stato Giuseppe Cirò, ex segretario del sindaco, è pacifico. Egli stesso lo ha ammesso nel corso degli interrogatori resi in qualità di indagato. Ha ammesso peraltro anche di aver costruito artificiosamente di sana pianta la documentazione a sostegno pure di undici missioni fantasma a suo nome, risultanti solo sulla carta, e rimborsate per un importo di 11.655,81 euro. Peraltro, nelle date riportate in queste undici missioni, lo stesso Cirò non solo risultava in servizio ma gli uffici gli hanno anche erogato il buono pasto spettante per i rientri pomeridiani. Fin da subito, l'ex collaboratore di Occhiuto ha riferito agli inquirenti di non aver intascato un centesimo per sé, ma di aver sempre consegnato tutti i soldi al sindaco, che avrebbe utilizzato le somme per mitigare la sua crisi di liquidità finanziaria.

Le denunce per calunnia

Cirò ha pure ammesso di non essere in grado di provare di aver consegnato al sindaco i soldi indebitamente ricevuti dall'economato per le missioni, dietro presentazione di documentazione artefatta. Ma ha prodotto alcuni messaggi whatsapp scambiati con Mario Occhiuto nei quali questi gli chiede generiche notizie su acconti e rimborsi per missioni da intraprendere o già effettuate. Queste dichiarazioni hanno indotto il sindaco a depositare nei confronti di Cirò alcune denunce per calunnia.

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