Bimba affetta da epilessia lasciata senza assistenza infermieristica a Cetraro, l’attacco di Aieta: «Vicenda disdicevole»
Dopo la Garante della Salute Anna Maria Stanganelli e l'associazione presieduta da Stella Marcone, anche il consigliere comunale d'opposizione chiede misure urgenti per aiutare la piccola
Le polemiche sulla vicenda della bimba di Cetraro affetta da un grave forma di epilessia e lasciata senza assistenza infermieristica a scuola, non si placano. La notizia, portata alla luce da LaC News24, continua a generare reazioni a catena. Dopo l'intervento della Garante della Salute, Anna Maria Stanganelli e dell'associazione Mamme Indispensabili, nel pomeriggio la battaglia si è arricchita anche del contributo di Giuseppe Aieta, per quasi dieci anni sindaco della città e oggi consigliere comunale d'opposizione. «Non se ne può più - ha sbottato sui social - Ma qualcuno si vuole occupare di una bambina a cui è negata la gioia di frequentare l’asilo o no?». Poi ha continuato: «Ma possibile che tra Asp e Comune non si trovi un’intesa per garantire un infermiere e, dunque, la frequenza di quella bambina?».
L'attacco all'amministrazione di Cennamo
Nel suo lungo post, Aieta non menziona mai l'amministrazione comunale di Cetraro guidata da Ermanno Cennamo, ma il riferimento è palese e sferra il suo attacco anche per ciò che concerne il punto nascita, chiuso dal 2019 e mai riaperto, e la mensa scolastica, che ancora non parte: «Tutto confuso e arrangiato, senza visione e programmazione».
Poi torna sul caso della piccola, che, per convenzione, chiama Gioia, precisando che si tratta di un nome di pure invenzione. «La vicenda è disdicevole - dice ancora -. La sciatteria, non la fantasia, come avrebbe voluto Vasco, è ormai al potere. E non ditemi che faccio polemiche perché è in questi momenti che mi verrebbe voglia di essere sindaco. Altro che arrogante! Si è arroganti se ci si fa rispettare conoscendo le dinamiche amministrative, si è galantuomini se abbocchiamo come i merluzzi all’amo arrugginito di chi ci vuole portare a passeggio».
Poi conclude: «Su Gioia faremo una battaglia di civiltà, adesso basta! E se lo facciamo in ritardo - la vicenda risale a qualche giorno fa - è solo perché non volevamo strumentalizzare. Ma il grido d’allarme della sua mamma non può rimanere inascoltato». Il post, infine, lancia l'hashtag #uninfermierepergioia.