Blitz antipirateria, controlli anche in Calabria: multe salate e rischio carcere

In Italia sono coinvolti 5 milioni di utenti che non potranno più vedere le pay tv illegalmente e potrebbero andare incontro a una incriminazione

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di Redazione
18 settembre 2019
12:44

La polizia, coordinata dalla procura della Repubblica di Roma e dalle Agenzie europee Eurojust ed Europol, sta eseguendo la più vasta operazione antipirateria mai condotta nel settore delle Iptv (web tv) illegali, che consentono di usufruire gratuitamente di canali satellitari a pagamento. L'operazione interessa numerosi Paesi europei: in Italia sono coinvolti 5 milioni di utenti, che saranno ora oscurati. Si tratta di un volume d'affari di 2 milioni di euro al mese. Controlli sono stati effettuati anche in Calabria.

 


Gli utenti della piattaforma Xtream Codes rischiano multe da 2.500 a 25mila euro. Al momento dello "spegnimento" vi erano 700mila utenti collegati, e un potenziale di 5 milioni di utenti totali, che con un abbonamento da 12 euro al mese riuscivano a guardare i programmi trasmessi dalla principali pay tv e dalla piattaforme a pagamento.

 

I clienti erano divisi in tre categorie: famiglie, imprese e perfino hotel. L'utente finale doveva dotarsi di un programma che poteva scaricare dal sito specifico (che ora sarebbe stato oscurato). Quindi immetteva le sue credenziali per vedere partite, film, fiction. In alcuni casi, i clienti dovevano dotarsi di un decoder illegale (o pezzotto). «Questi clienti - dice in conferenza stampa il colonnello Giovanni Reccia - rischiano ora il carcere e una sanzione fino a 25 mila euro».

 

«Individueremo gli utenti italiani e verranno perseguiti», ha spiegato il colonnello Giovanni Reccia, comandante del Nucleo speciale tutela della privacy e frode tecnologica. L'indagine, svolta in collaborazione con Eurojust, è a carico di 25 soggetti, tra cui due greci, ideatori della piattaforma. Base dell'organizzazione in Italia è Napoli, con collegamenti in 9 città italiane. Nell'ordinanza di sequestro preventivo di risorse web, conti correnti e carte di debito, a carico degli indagati, il gip di Napoli sottolinea che è stato rinvenuto «un sofisticato sistema organizzato di frode finalizzato alla captazione e diffusione di prodotti destinati alla Tv a pagamento, con notevole danno ai titolari dei diritti ed evidente frustrazione del libero mercato». Agli accertamenti hanno collaborato i tecnici del reparto antifrode di Sky.

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