Cardiologia chiusa, blitz dei Nas all’ospedale di Corigliano-Rossano

I militari del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Cosenza avrebbero accertato le criticità strutturali e igienico-sanitarie che nei giorni scorsi hanno portato alla chiusura del reparto di Terapia intensiva

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di Marco  Lefosse
12 dicembre 2019
16:55

Blitz dei Nas allo spoke di Corigliano-Rossano. A seguito della chiusura dell’Unità operativa di Cardiologia e Utic, disposta dalla direzione sanitaria dell’ospedale ionico, i militari del nucleo antisofisticazioni e sanità di Cosenza, guidati dal capitano Vincenzo Pappalardo, hanno fatto irruzione nel presidio rossanese per verificare l’effettiva carenza delle condizioni strutturali ed igienico-sanitarie, per le quali si era reso necessario il provvedimento di momentanea chiusura del reparto.

 


Le criticità che sarebbero state evidenziate dal risk manager dell’Azienda sanitaria di Cosenza e, quindi, confermate dagli stessi carabinieri del Nas, sono state al centro di una comunicazione che il direttore dell’unità operativa nei giorni scorsi aveva inoltrato allo stesso direttore sanitario dello Spoke. Nella comunicazione del primario, alla quale è seguito poi il dispositivo di chiusura, sarebbero state manifestate, tra le altre cose, la carenza cronica di manutenzione all’interno dei locali che ospitano Cardiologia tanto da metterne a rischio la salute degli stessi pazienti e del personale medico.

 

E non sarebbe solo un semplice avvertimento, quello del direttore dell’Uo, ma il culmine di una lunga sequela di comunicazioni rivolte dalla direzione sanitaria dell’ospedale e da ultimo anche al risk management del governo clinico dell’Asp di Cosenza. Missive rimaste puntualmente inascoltate e che alla fine hanno prodotto l’inevitabile ordinanza di chiusura.

 

Intanto i ricoveri nell’Unità di terapia intensiva del “Giannettasio” rimangono bloccati in attesa che l’Asp provveda alla messa in opera delle attività di manutenzione del reparto. Tutto questo mentre gli utenti in emergenza vengono trasferiti in altri ospedali calabresi o della vicina Basilicata e gestire anche un infarto, ad oggi, appare cosa assai complessa.

Giornalista
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