Calabresi bloccati al Nord, Corbelli: «Facciamoli tornare a casa»

Il leader del Movimento Diritti civili: «Non hanno preso d’assalto i treni nelle folli notti dei rientri. Governo e Regioni collaborino per aiutarli»

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di Redazione
20 aprile 2020
18:57
Diritti civili, Franco Corbelli
Diritti civili, Franco Corbelli

Il leader del Movimento Diritti civili, Franco Corbelli, ha chiesto alla presidente della Regione, Jole Santelli, di «affrontare subito, adesso che, come dimostrano i dati quotidiani, l’emergenza coronavirus in Calabria, per fortuna, sta per essere superata, il problema del rientro dei nostri giovani e dei tanti lavoratori che, con grande senso di responsabilità e sacrifici personali, sono rimasti al Nord, non hanno preso d’assalto i treni, nelle sciagurate e folli nottate dei grandi rientri, e che giustamente adesso chiedono di poter ritornare nella loro regione e nelle loro case».

 


Corbelli informa che Diritti Civili continua a ricevere numerose richieste di aiuto da parte di genitori, ragazzi e lavoratori rimasti bloccati al Nord. «Basta leggere alcuni di questi dignitosi messaggi per capire la loro sofferenza e, in alcuni casi, il loro dramma», afferma. «Mi scrivono: “Buonasera dott. Corbelli. Sono uno dei tanti papà che hanno i figli bloccati al Nord colpevoli di aver rispettato le leggi e osservato quanto impartito dagli esperti sanitari. Ora molti di loro hanno serie difficoltà. Possiamo contare sull’aiuto di Diritti Civili? Grazie”. Da Torino invece una signora mi manda questo messaggio: “Le scrivo dal monolocale angusto di Torino dove sono rinchiusa dal 24 febbraio pur avendo al residenza e domicilio in Calabria”… E tanti altri messaggi più o meno sullo stesso tenore. Ho segnalato subito questo urgente problema alla nostra governatrice che sono certo farà tutto il possibile per dare una risposta immediata a queste legittime e sacrosante richieste e alla soluzione di questo problema».

 

E ancora: «Questi ragazzi e lavoratori vanno fatti subito rientrare, è giusto e doveroso farlo, perché ne hanno tutto il diritto, perché possono farlo oggi sotto controllo e in condizione di assoluta sicurezza. E anche come giusto riconoscimento al loro comportamento esemplare e responsabile. Sarebbe un cattivo segnale se queste giuste richieste venissero disattese. Per questo – aggiunge - bisogna fare di tutto per esaudirle il più presto possibile. Il Governo nazionale deve supportare la Regione Calabria per organizzare immediatamente questi rientri dei nostri giovani e lavoratori e non lasciarli più in regioni del Nord dove purtroppo anche, e forse soprattutto (come Diritti Civili, che non appartiene certo al mondo degli scienziati, ha sostenuto sin dall’inizio e che oggi dicono autorevolmente anche tanti scienziati), per colpa dell’inquinamento e delle polveri sottili (record d’Europa quelli presenti in Val Padana) il coronavirus ha dilagato con quella forza devastante».

 

«Non è un caso – conclude-  se la Calabria è stata tutto sommato toccata solo marginalmente dal virus. Il clima particolare, l’ambiente pulito, la mancanza di inquinamento e di polveri sottili, le misure adottate e il comportamento dei calabresi spiegano perché la nostra e il Sud sono stati di fatto toccati assai marginalmente dal coronavirus. È giusto anche per questo che oggi, in questo momento per loro difficile e ancora a rischio al Nord, i nostri ragazzi ritornino nella loro terra».

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