L’aggressione

Calci e pugni contro la Caserma dei carabinieri di Arena: convalidati i due arresti

Inoltre uno dei ragazzi si era allontanato dall’abitazione di Acquaro pur essendo positivo al Covid. Entrambi avrebbero fatto uso di alcool prima di aggredire i militari dell’Arma

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di G. B.
11 settembre 2021
16:16

Resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate, violenza privata e interruzione di servizio pubblico. Questi i reati contestati dalla Procura di Vibo Valentia a Gaetano Pisano, 24 anni, di Acquaro, e Vincenzo Mazza, 23 anni, anche lui di Acquaro, nei cui confronti il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Francesca Del Vecchio, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari dopo l’irruzione a calci e pugni nella caserma dei carabinieri di Arena avvenuta martedì scorso.

L’aggressione ai danni dei carabinieri

In particolare, il reato di resistenza a pubblico ufficiale viene contestato a Pisano e Mazza per aver usato violenza e minaccia opponendosi a cinque carabinieri che stavano procedendo a raccogliere la firma di Gaetano Pisano, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza (Acquaro) per la durata di un anno. I due giovani, secondo l’accusa, si sarebbero prima scagliati contro i carabinieri trattenendoli per le braccia e spingendoli contro le pareti, dandogli calci e sputandogli addosso, poi avrebbero offeso pesantemente con frasi ingiuriose gli stessi militari dell’Arma. A Vincenzo Mazza viene contestata anche la recidiva specifica e infraquinquennale, a Pisano la recidiva infraquinquennale. Il reato di lesioni personali aggravate fa riferimento invece alle ferite riportate dai carabinieri, mentre quello di violenza privata è da mettere in relazione ai calci ed ai pugni contro il cancello della caserma dei carabinieri. Cancello poi scavalcato dai due giovani senza motivo, profferendo ulteriori minacce, anche di morte, all’indirizzo dei carabinieri. 


Uno dei due positivo al Covid

Ma vi è di più. Vincenzo Mazza – come riportato nel capo di imputazione relativo al reato di interruzione di pubblico servizio – all’atto dell’irruzione in caserma è risultato positivo al Covid-19. Al solo Mazza, quindi, viene ulteriormente contestato di essersi allontanato dalla propria abitazione pur essendo sottoposto alla misura dell’isolamento domiciliare (c.d. “quarantena”) con obbligo di permanenza all’interno della propria abitazione di residenza. Nei confronti del solo Gaetano Pisano, l’ulteriore contestazione relativa al reato di danneggiamento ai danni di due porte della caserma dei carabinieri di Arena prese a calci.

I fatti di Arena

Nel convalidare l’arresto in flagranza di reato operato dai carabinieri, il gip sottolinea nella sua ordinanza la sussistenza dei “gravi indizi di colpevolezza” nei confronti di Pisano e Mazza. Quest’ultimo – pur sprovvisto di patente – ad avviso del giudice è giunto ad altissima velocità con l’autodinanzi alla caserma dei carabinieri di Arena con a bordo Pisano, entrambi “già in stato di alterazione per il consumo di alcool” (sono stati ripresi dalle telecamere con dei bicchieri in mano all’atto della discesa dall’auto), prendendo a calci il portone di ingresso della caserma e con Mazza che “minacciava di contagiare tutti in quanto positivo al coronavirus”. Mazza si è poi rifiutato di sottoporsi ad alcoltest, mentre Pisano ha rigurgitato a terra proprio a causa dell’alcool e, pur ammanettato, avrebbe continuato ad opporre resistenza, strisciando a terra sulla schiena, scalciando e continuando a danneggiare le porte della caserma. Vincenzo Mazza (con precedenti per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale), invece, avrebbe tentato di colpire i carabinieri anche con una testata, per poi sbattere la fronte ripetutamente contro il muro sino a ferirsi ed a richiedere un ricovero al Pronto soccorso. Il gip nel convalidare gli arresti parla infine nella sua ordinanza di “totale incapacità di gestione dei propri impulsi” da parte di Pisano e Mazza, oltre che di “propensione alla violenza fuori dal comune”, con una completa “assenza di rispetto dell’autorità” rappresentata dai carabinieri. Da qui la misura cautelare degli arresti domiciliari. I due arrestati sono difesi dall’avvocato Sandro D’Agostino.

Giornalista
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