La mobilitazione

Caos sanità, i medici dell’ospedale di Cosenza contro la commissaria Mastrobuono: «Promesse disattese»

Dalla mancata attivazione dei posti letto dei dipartimenti all'apertura del Mariano Santo mai concretizzata, gli operatori riprendono lo stato di agitazione: «Si continua a giocare sulla pelle del personale»

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di Redazione
15 dicembre 2021
13:57

Riprende lo stato di agitazione, sospeso a giugno, dei medici dell'Azienda ospedaliera di Cosenza. In una nota congiunta a firma dei rappresentanti di diverse sigle sindacali, si sottolinea che è stata interrotta "ogni relazione sindacale", a distanza di un anno dall'insediamento della commissaria straordinaria Isabella Mastrobuono, perché le promesse fatte sarebbero state tutte disattese.

I medici dell'Annunziata in stato di agitazione

«Si continua a giocare sulla pelle del personale dell’azienda ospedaliera senza condividere le decisioni prese con le organizzazioni sindacali, - scrivono i medici - soprattutto quando queste riguardano l’organizzazione del lavoro». «La situazione del Pronto Soccorso non è migliorata - scrivono ancora i medici dell'Annunziata alla commissaria - visto che non è stata capace di trovare una soluzione diversa da quella di far emanare al suo direttore sanitario ordini di servizio per i medici di varie Uoc, che già lavorano sotto organico, riducendone ulteriormente le capacità produttive. Sarebbe stato più responsabile proclamare lo stato d’emergenza del Pronto Soccorso prima di mandare in codesta struttura medici prelevandoli da altri reparti e aggravando notevolmente lo stato di sofferenza di questi ultimi».


Dai posti letto al personale 

E ancora si legge che «non ha provveduto ad aumentare i posti letto dei dipartimenti, disattendendo il Decreto ministeriale 70/15 e il Decreto commissario ad acta 64/16 sul riordino delle reti ospedaliere regionali, facendoci assistere, impotenti, al progressivo depauperamento fino al completo esaurimento dell’intera graduatoria degli infermieri a vantaggio di molte aziende calabresi tranne la nostra, e alla mancata sostituzione del personale collocato in quiescenza o assente per lunghe malattie o gravidanza».

Il caso del Mariano Santo e i fondi Covid 

I medici e i sindacalisti scrivono anche ad Isabella Mastrobuono che «non ha avviato le operazioni per coprire le posizioni vacanti apicali, non ha aperto la struttura del Mariano Santo, come promesso davanti al prefetto, pur annunciandone un’imminente inaugurazione nonostante che i lavori non siano affatto ultimati, né ha provveduto ad aprire l’Obi, Osservazione breve intensiva in Pronto soccorso, oltre che aver ridimensionato fortemente la medicina d’urgenza senza contestualmente incrementare i posti nelle medicine e nelle specialistiche». La denuncia riguarda anche i fondi Covid regionali e governativi, che sarebbero "tornati indietro". L'articolata missiva cita anche delle presunte mancanze per le nomine dirigenziali, per l'articolazione degli orari di lavoro, per il pagamento degli incentivi previsti e per la stabilizzazione dei precari. I medici chiedono un incontro  al presidente della Regione Roberto Occhiuto.

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