Sospiro di sollievo

Per il pm di Cosenza non fu corruzione, chiesta l’archiviazione per il sindaco di Acri Capalbo: «La verità è arrivata dopo 4 anni»

VIDEO | Il primo cittadino commenta la vicenda giudiziaria: «Ho fatto bene a non dimettermi, il commissariamento avrebbe affossato la città». E all’opposizione dice: «Tra di voi anime nere che hanno alimentato la gogna»

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di Francesco Spina
16 aprile 2024
07:00

«Ho sempre confidato nella giustizia e nella magistratura inquirente». Con queste parole il sindaco di Acri Pino Capalbo chiude la vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto negli ultimi quattro anni. In sostanza, il primo cittadino venne accusato di aver procacciato voti in favore di Giuseppe Aieta, in cambio della propria assunzione nella struttura speciale dell'allora consigliere regionale. All’epoca dei fatti l'atto firmato da Aieta venne considerato contrario ai doveri d'ufficio: l'assunzione di Capalbo sarebbe stata «esclusivamente strumentale a soddisfare le esigenze personali ed elettorali». Da qui le accuse di corruzione formulate nel 2020 dalla Procura di Paola.

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Da Paola, la vicenda è finita, per competenza, agli uffici giudiziari di Cosenza. A scrivere la parola fine per l'accusa è la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Giuseppe Cozzolino. Per completare il quadro manca soltanto il sigillo del gup, ma Capalbo può tirare un sospiro di sollievo.


Nel pomeriggio di oggi il sindaco, con al fianco l’avvocato Mattia Caruso, ha incontrato la stampa nella sede municipale. È stata l’occasione per esprimere la sua soddisfazione per l’epilogo della vicenda: «La verità è giunta dopo quattro anni e in questo momento il mio pensiero va alle persone che mi sono state vicine – afferma Capalbo -. Un grazie va ai miei familiari che hanno sofferto con me in silenzio per una vicenda comunque dolorosa e che personalmente mi ha segnato tantissimo». Il primo cittadino di Acri poi ringrazia «anche il segretario comunale Cosimo Straface» che all’epoca dei fatti ha «dissuaso» lo stesso Capalbo dalla volontà di presentare le proprie dimissioni dalla carica di sindaco: «Mi ha convinto a rimanere perché il commissariamento sarebbe stato deleterio per la città in base alla situazione delle casse comunali». Il sindaco di Acri ha voluto anche rivolgere un pensiero a Giuseppe Aieta «per cui parla una storia fatta di opposizione ferma coraggiosa alla ‘ndrangheta».

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Capalbo ha voluto togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa, soprattutto in riferimento alla campagna elettorale del 2022: «I miei avversari politici non hanno fatto una campagna elettorale propositiva ma tesa solo ad alimentare la gogna finalizzata a demolire non solo il politico ma anche l’uomo». Ed ancora: «Vi sono state delle anime nere, soprattutto nella coalizione che supportava il candidato a sindaco Natale Zanfini, al quale rimprovero, così come ho fatto nel 2022, la mancanza di autorevolezza in occasione della campagna elettorale».

Giornalista
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