Caso Folino, assolti due medici

Il gup del Tribunale di Catanzaro ha scagionato Zinzi e Bava dall'accusa di omicidio colposo per la morte di Antonio Folino, deceduto in seguito ad un intervento chirurgico
di Redazione
16 dicembre 2015
15:06

Assolti entrambi i medici per la morte di Antonio Folino, 26enne di Catanzaro, deceduto nell’ aprile 2011 dopo un intervento chirurgico eseguito al Pugliese Ciaccio. Il gup del Tribunale di Catanzaro Domenico Commodaro ha scagionato perché il fatto non sussiste l’anestesista Maria Concetta Zinzi e il camice bianco Dario bava, giudicati con rito abbreviato. Per loro il pubblico ministero aveva chiesto la condanna per omicidio colposo. I legali di parte civile Anselmo Mancuso e Domenico Chianese, sconcertati dall’esito della sentenza attenderanno la motivazione che verrà depositata in sessanta giorni per poi proporre appello. Sotto accusa finirono anche due infermieri Anna Bisogni ed Emanuele Musolino. Secondo la ricostruzione dei fatti, il giovane si sarebbe recato in ospedale col padre Rosario, dopo essere stato visitato dal medico di famiglia che aveva diagnosticato delle aderenze all’addome. E nel nosocomio cittadino il 26enne ci sarebbe arrivato con le sue gambe. In ospedale, i sanitari avrebbero poi confermato i sospetti del medico curante e il giovane fu operato, ma dall’anestesia non si sarebbe più risvegliato. Avrebbe incominciato ad espellere una sostanza mista di schiuma e sangue e nonostante le continue richieste di soccorso rivolte ai sanitari dai coniugi Folino, gli infermieri e il medico presente in reparto sarebbero intervenuti quando ormai non ci sarebbe stato nulla da fare. I quattro camici bianchi, finiti sotto inchiesta con l’accusa di omicidio colposo provocato da presunte omissioni, imperizia e imprudenza, avevano parlato di un normale decorso post operatorio, nonostante le condizioni di Antonio Folino stavano peggiorando fino a quando il suo cuore smise di battere soffocato dai liquidi, per un edema polmonare, come successivamente confermato dall’esame autoptico. Le indagini della Procura scattarono in seguito ad un esposto dei genitori del 26enne, da cui emerse come i camici bianchi anziché curare il giovane Antonio l’avessero abbandonato.

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