Castello aragonese di Reggio, la direttrice indagata per riciclaggio
Grazia Maria Scarcella è accusata di operazioni finanziarie volte a favorire la cosca Caridi-Borghetto-Zindato. E per il party di 18 anni non autorizzato rischia un provvedimento disciplinare
Indagata per un caso di riciclaggio e, ora, anche con un procedimento disciplinare piovuto addosso. È un periodo nero per la dipendente comunale e direttrice del Castello aragonese, Grazia Maria Scarcella. Nei giorni scorsi, avevamo dato notizia dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per 14 soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione per delinquere, estorsione e riciclaggio nell’orbita della cosca Libri. Fra loro vi è anche Grazia Maria Scarcella, moglie di Rosario Calderazzo (già coinvolto nell’inchiesta Alta tensione 2), ma soprattutto direttrice del Castello. L’accusa per lei è di riciclaggio aggravato dall’aver favorito la cosca Caridi-Borghetto-Zindato, per alcuni episodi legati alla gestione di assegni.
Questa mattina, a riprendere la notizia è il Quotidiano del Sud con un articolo a firma di Caterina Tripodi che fornisce un dettaglio ulteriore e di non poco conto. Fermo restando che l’indagine sulla cosca Libri è totalmente scissa da altri fatti, il nome della Scarcella ricorre anche per un altro fatto piuttosto eclatante. Come si ricorderà, infatti, il Castello aragonese era stato teatro di un episodio decisamente deprecabile: il festeggiamento dei 18 anni di un giovane, in luogo di una manifestazione culturale regolarmente autorizzata. Si alzò un polverone mediatico che portò anche ad un’indagine interna dell’amministrazione comunale per capire come fosse stato possibile organizzare un party privato al Castello, con tanto di catering. Ebbene, la notizia è che alla Scarcella è arrivato un procedimento disciplinare. Toccherà adesso attendere l’istruttoria interna della commissione comunale di disciplina, per individuare le eventuali responsabilità della direttrice in questo periodo nero, nel quale dovrà difendersi anche dalla grave accusa di aver effettuato operazioni finanziarie volte ad accrescere la capacità di finanziamento della ‘ndrangheta.
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