Castrovillari, Fp Cgil: «L’Asp si doti per tempo dei dispositivi di protezione per i dipendenti»

Vincenzo Casciaro, segretario generale della Funzione pubblica della sigla sindacale, ha scritto alla commissaria straordinaria Cinzia Bettellini: «Nel marzo scorso la carenza di dpi affrontata con impreparazione»

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di Vincenzo Alvaro
15 settembre 2020
08:16
Vincenzo Casciaro, segretario generale della Funzione pubblica Cgil
Vincenzo Casciaro, segretario generale della Funzione pubblica Cgil

Provvedere per tempo ad adeguare e impinguare le scorte di dispositivi di sicurezza per i propri dipendenti, in modo da affrontare al «meglio una eventuale malagurata ripresa autunnale di contagi da Covid 19». È quello che chiede la funzione pubblica della Cgil, attraverso il segretario generale Vincenzo Casciaro, alla commissaria straordinaria dell’Asp di Cosenza, Cinzia Bettellini con una lettera ufficiale inoltrata nei giorni scorsi al massimo esponente della sanità provinciale. L’obbiettivo è non arrivare «impreparati di fronte a un nuova emergenza».

Gli espositi alla Procura della Repubblica

Proprio la Fp Cgil nei mesi passati e più duri del lockdown aveva presentato nel territorio di Pollino Sibaritide e Tirreno ben 3 denunce alle Procure della Repubblica di Castrovillari e Paola, oltre a numerose diffide, proprio per sostenere le ragioni dei lavoratori della sanità pubblica, costretti molte volte a «intervenire senza adeguati dispositivi di protezione individuale». Alla luce delle mancanze del passato ora si chiede all’Asp di Cosenza di «approvvigionarsi per tempo, di tutto il materiale di protezione necessario a far fronte ai bisogni degli operatori della sanità, in caso di una ripresa dei contagi».


«Evitare gli errori del passato»

Nel marzo scorso, quando partì la fase più drammatica dell’emergenza Coronavirus, l’azienda sanitaria provinciale «ha affrontato il problema della carenza di Dpi, con una certa impreparazione e con scarsa programmazione» aggiunge Casciaro ricordando che il sindacato pià volte è dovuto intervenire «per mettere in sicurezza i lavoratori». Ma se allora c’era l’incoscienza di dover affrontare una pandemia mai conosciuta, che peraltro ha riguardato tutto il sistema Sanitario Nazionale, oggi, «che siamo nelle condizioni di intervenire per tempo, ogni carenza di dispositivi di sicurezza sarebbe un fatto doloso». La funzione pubblica della Cgil si è impegnata a verificare che le scorte dei dispositivi di protezone individuale siano sempre adeguate e sufficienti, in modo da «non lasciare scoperta nessuna postazione».

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