Castrovillari, apre ristorante tra due Dpcm: «Avanti col sorriso, non c’è altro da fare»

La storia di Marco Russo, proprietario de La Carnezzeria, che ha inaugurato il giorno dopo la decisione del governo di far aprire i ristoranti fino alle 18.00 ed ora vive in zona rossa

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di Vincenzo Alvaro
10 novembre 2020
22:30

«Andiamo avanti con il sorriso» anche se è un po' amaro. Perché anche se la verve è quella di un «lottatore» - come definisce la categoria dei ristoratori calabresi - per Marco Russo non è un periodo facile.

Lui è il proprietario de La Carnezzeria storico indirizzo specializzato nella carne a Villapiana che da poco meno di una settimana ha inaugurato la sua nuova attività ristorativa a Castrovillari. Ironia della sorte la data prevista per il gran debutto nel capoluogo del Pollino si è trovata a cavallo del primo Dpcm di Conte che chiudeva la ristorazione serale e quello che ha definitivamente chiuso tutte le attività Horeca con l'inserimento della Calabria nella zona rossa.


 

Una scelta coraggiosa


In tanti gli dicevano che «non era il periodo giusto per aprire un ristorante» ma con la sua "pazzia" da imprenditore Marco Russo ha scelto comunque di portare avanti il suo progetto imprenditoriale anche perchè veniva da mesi di magra con un «fatturato che mancava» per i tre mesi di lockdown ai quali si sono sommati quelli di ripartenza. «La prima clientela è tornata in giro a metà luglio» ricorda ma «noi con il sorriso abbiamo accolto i clienti perchè alla gente non possiamo portare i nostri problemi».

 

Siamo con le mani legate


Ma ora ha voglia di vedere dalla parte degli imprenditori come lui la politica regionale e comunale gli onorevoli della Calabria «che ci chiedono i voti. Scendano con noi in piazza» afferma perchè noi «siamo con le mani legate». L'esempio è quello calcistico: «siamo come un calciatore al quale rubano il pallone». E racconta delle difficoltà a lavorare con l'asporto soprattutto dovendo utilizzare materia prima fresca e altamente deperibile.

 

Dietro un ristorante «c'è un indotto che lavora» al quale forse non si pensa. I fornitori ma anche la manodopera che ha portato alla sua inaugurazione: «da me hanno lavorato un elettricista, un imbianchino, un idraulico tutti della zona» senza contare le forniture di arredamenti e per la cucina acquistati sempre sul territorio».

 

Ma il problema vero oggi solo le forniture delle materie prime: «oggi nel settore della distribuzione c'è grande difficoltà. I grossisti per la catena horeca ci dicono che alcuni prodotti sono introvabili». Alcune grosse aziende di carne, pesce e formaggi consegnano ormai ogni dieci giorni «perché non hanno richieste i ristoranti sono fermi».

 

In questo grande marasma e con i contagi in aumento il sorriso è l'unica arma per andare avanti ed «essere forti e pensare che questo finirà prima o poi, ma da soli non ce la possiamo fare».

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