Catanzaro, protocollo contro il racket firmato da quattro Prefetture VIDEO

L’ idea è venuta al Prefetto di Catanzaro Luisa Latella e il protocollo è stato firmato da quattro prefetture, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo. Il progetto vuole aiutare le vittime del racket che hanno avuto il coraggio di denunciare
di Redazione
26 marzo 2015
09:57

Catanzaro - Un protocollo contro il racket. L’idea è venuta al prefetto di Catanzaro Luisa Latella ed è stato firmato, oltre che dal Prefetto del capoluogo, da quattro prefetture, Cosenza, Crotone e Vibo oltre che all’Inps, Agenzia delle Entrate e Equitalia e prevede l’impegno delle parti ad agevolare le vittime di racket che hanno avuto il coraggio di denunciare. La Latella ha voluto “ricreare a Catanzaro, migliorandolo con l’inserimento dell’Inps parte del progetto, un modello già esistente a Reggio Calabria”.


“Il problema della Calabria – sottolinea Luisa Latella – è proprio la sommersione del fenomeno dal punto di vista giuridico. Sappiamo bene che esiste, considerate le varie manifestazioni violente di minaccia, ma le vittime non denunciano”.



“Si tratta di una dilazione di 300 giorno – chiarisce il prefetto di Catanzaro – che consentirà a chi è oppresso da fenomeni estorsivi una maggiore tranquillità. Il racket si contrasta con la presa di coscienza della società civile che avviene solo attraverso la denuncia”.
Nei prossimi giorni potrebbe aderire al protocollo l’Abi Calabria, Associazione bancaria italiana “Il fatto che siano presenti tutte le parti in causa, con le quali abbiamo intenzione di fare rete per sostenere le vittime – ha spiegato il Procuratore Vincenzo Lombardo – e che presto si aggiungerà anche l’Abi per le banche, ci consente di dare un reale sostegno all’imprenditore che si sente strozzato tanto dall’usuraio e dall’estorsore, quanto da chi legittimamente pretende il pagamento dei debiti. La Procura si impegna a notiziare direttamente le parti sottoscriventi del provvedimento preso così da rendere tutto più veloce”.


“L’imprenditore – ha sottolineato Lombardo – deve capire che l’usura in questa regione è legata alla criminalità organizzata, che se si accetta un prestito da una persona poco raccomandata non si esce più dal tunnel e che perderà l’impresa diventando un prestanome. Combattere questo fenomeno impedisce che l’impresa diventi a partecipazione mafiosa o addirittura del tutto mafiosa”.

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