Cittadini a piedi

Catanzaro, quartiere Buda “vietato” ai bus Amc: il proprietario dell’area di manovra chiude il capolinea

I residenti costretti a scendere prima. Lo spiazzo utilizzato sino ad oggi è di un privato, dipendente della stessa società di trasporto pubblico. Per consentirne l’utilizzo aveva chiesto di poter scegliere il suo turno di lavoro

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di Luana  Costa
9 dicembre 2021
17:06
L’area contesa
L’area contesa

Si è conclusa nel peggiore dei modi, ossia tagliando fuori da ogni collegamento con la città un intero quartiere, la contesa su un piazzale di 200 metri quadrati finora utilizzato dai bus dell'azienda per il trasporto pubblico di Catanzaro ma di proprietà di un privato. Lo scorso lunedì l'amara scoperta: il proprietario ha infatti recitato la piazzola dove gli autobus fino ad oggi effettuavano le manovre impedendo così l'accesso ai mezzi. Sono nel tardo pomeriggio è giunta dall'Amc una nota di spiegazione «a causa di un problema tecnico intervenuto nell'area di manovra gli autobus non potranno raggiungere la località Buda ma raggiungeranno direttamente il capolinea di Gagliano». 

Un intero quartiere senza servizio di trasporto

Il risultato nell'immediato è stato la creazione di un grave disservizio, con decine di residenti del quartiere Buda privati degli unici mezzi di collegamento verso la città, studenti e lavoratori inferociti perché lasciati a piedi dai mezzi del servizio pubblico. I bus infatti non avendo più un'area di manovra si fermano nel quartiere Gagliano, senza proseguire le corse fino in località Buda. La società che gestisce il servizio di trasporto pubblico, sempre nella medesima nota, ha fatto sapere che «si cercherà di risolvere il disagio in tempi brevi» ma a quasi una settimana non solo non sono state individuate soluzioni alternative ma il rischio è che il disservizio si prolunghi per diversi mesi.


Il contenzioso

La chiusura dell'area di manovra da parte del privato giunge, infatti, al termine di un lungo contenzioso. La piazzola era stata concessa in comodato d'uso gratuito all'Amc nel 1984 e rinnovato nel 1989 e successivamente nel 1995. Già però nel 2007 il proprietario dell'area aveva sollecitato la disdetta del contratto, reiterata ancora nel 2008 e nel 2010. Di tutta questa documentazione però negli uffici dell'Amc non v'è traccia, almeno a detta dell'amministratore unico, Marco Azzarito Cannella, e del direttore generale, Marco Correggia, che nel giugno del 2020 hanno inviato una nota al Comune chiedendo l'avvio di una procedura d'esproprio del terreno per pubblica utilità.

Richiesta risarcitoria

Nel frattempo però era già giunta in azienda una richiesta da parte del proprietario di corresponsione di un canone mensile e del riconoscimento degli arretrati a cui l'Amc aveva risposto proponendo una transazione con la corresponsione di un canone annuo del valore di 700 euro per poter usufruire dell'area di sosta e di manovra. La proposta, tuttavia, sembra non aver trovato l'adesione del proprietario del terreno che per tutta risposta ha recitato l'area impedendo ai mezzi del trasporto pubblico di servire l'intero quartiere. 

La transazione

«Ci siamo dichiarati disponibili a corrispondere un canone annuo sulla base di una valutazione del valore di compravendita commerciale del terreno - ha spiegato il direttore generale dell'Amc -. Ovviamente si tratta di una area priva di qualsiasi pregio, sterrata e utilizzata solo per area di manovra dei mezzi. Senza preavviso è stata recitata arrecando un grave danno all'utenza». E in effetti a pagare le conseguenze del contenzioso sono stati i residenti del quartiere che da circa una settimana sono stati privati del servizio di trasporto pubblico: gli studenti non possono più raggiungere le scuole al mattino, intere famiglie tagliate fuori dai collegamenti con la città.

In cambio di agevolazioni

Ma la faccenda si tinge ancor più di giallo dal momento che il proprietario del terreno conteso risulta essere un dipendente della stessa Amc. Un autista del servizio di trasporto pubblico locale che però nel 2011 aveva inviato in azienda una richiesta dal tono quanto meno equivoco: «In attesa di una soluzione chiedo in cambio di poter usufruire di un turno fisso a mia scelta» aveva scritto dopo aver ricordato ai vertici dell'Amc le reiterate inadempienze nel disdire il contratto di comodato d'uso. Il dipendente, insomma, in cambio del lasciapassare sull'area di manovra di sua proprietà chiedeva agevolazioni lavorative, ossia di non sottoporsi a turnazione come tutti gli altri autisti ma di poter scegliere l'orario di lavoro a lui più gradito.

Nessuna soluzione

Nel frattempo però nessuna soluzione a garanzia dei residenti si intravvede all'orizzonte. Sempre i vertici dell'Amc in una nota trasmessa al Comune hanno chiarito come «dagli studi di fattibilità e dai numerosi sopralluoghi operati nella zona è emersa l'assoluta impossibilità da adibire altre zone limitrofe a zona di sosta, svolta e manovra, non sussistendo opportune e adeguate condizioni di sicurezza». È quindi assai probabile che per poter tornare a usufruire di un servizio essenziale, come quello del trasporto pubblico, i residenti del quartieri saranno costretti ad attendere i tempi biblici della burocrazia e dell'esproprio.

Giornalista
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