Cesare Battisti: «Il trasferimento in Calabria? Una condanna all'isolamento»

Da Rossano, l’ex terrorista dei Pac torna a parlare della sua condizione carceraria, da lui ritenuta troppo dura: «È vendetta dello Stato»

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di Redazione
30 settembre 2020
10:24
Cesare Battisti, foto ansa
Cesare Battisti, foto ansa

Cesare Battisti, dal carcere di Rossano (Cosenza), con un audio registrato dai suoi familiari e da loro inviato al legale dell'ex terrorista dei Pac, Davide Steccanella, torna a contestare la sua condizione carceraria, da lui ritenuta troppo dura: «Ammettendo le mie responsabilità pubblicamente e legalmente ho accettato il patto sociale, però in cambio ho avuto la vendetta dello Stato. Anche se dovessero ridurmi al silenzio, i compagni e gli amici qui e altrove sapranno adoperarsi come hanno sempre fatto pubblicamente».

 


In merito al raggiungimento del penitenziario in Calabria: «Oltre ad essere spiccatamente punitivo sotto tutti gli aspetti - dice Battisti nell'audio - il mio trasferimento equivale ad una condanna all'isolamento ininterrotto con il rischio di finire nel reparto Isis. Mi è stato proibito il computer e materiale didattico, mi è stata applicata censura allegando fantasie eversive con lo scopo chiaro di impedire il mio interagire con istanze culturali e mediatiche».

 

«È evidente - aggiunge nell'audio - come le mie dichiarazioni sull'operato unicamente punitivo delle prigioni abbiano incomodato certe autorità i cui interessi non coincidono con il rispetto della legge e con principi di una democrazia sana. A causa dell'inasprito regime di prigionia - conclude - i miei contatti con l'esterno sono diventati incerti e manipolabili».

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