Cimitero degli orrori a Tropea, chiesto il rinvio a giudizio per i tre indagati

Sono accusati di associazione a delinquere, violazione di sepolcro e soppressione di cadavere. Avrebbero distrutto diversi corpi con l’aiuto del fuoco, di un seghetto e un martello

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di Giuseppe Baglivo
16 luglio 2021
17:14
Lo scempio dei cadaveri nelle immagini della Guardia di finanza
Lo scempio dei cadaveri nelle immagini della Guardia di finanza

Richiesta di rinvio a giudizio per i tre indagati coinvolti nello scandalo del cosiddetto “Cimitero degli orrori” di Tropea. La Procura di Vibo Valentia con il pm Concettina Iannazzo ed il procuratore Camillo Falvo ha infatti chiesto al gup il processo nei confronti di: Francesco Trecate, 62 anni, custode del cimitero di Tropea e dipendente comunale, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo; Salvatore Trecate, 38 anni (figlio di Francesco), assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo; Roberto Contartese, 53 anni, è difeso dagli avvocati Francesco Muscia e Giovanni Vecchio. L’udienza preliminare dinanzi al gup è stata fissata per il 7 ottobre prossimo.

Nel primo capo d’imputazione si contesta il reato di associazione a delinquere. I tre indagati – secondo l’accusa – si sarebbero associati fra loro per commettere una serie indeterminata di violazioni di sepolcro e di soppressione di cadaveri. In particolare, Francesco Trecate, quale promotore, sarebbe stato il principale organizzatore delle singole operazioni e attività dei sodali, curando tutte le fasi dell’attività criminosa, occupandosi dell’organizzazione e della supervisione delle attività illecite del gruppo del quale avrebbe costituito un punto di riferimento quanto alle decisioni da assumere ed a direttive da impartire, nonché si sarebbe adoperato nella predisposizione dei mezzi e nel procacciamento degli strumenti necessari per portare a termine ulteriori reati, attivandosi anche nella materiale soppressione dei cadaveri. L’arco temporale della contestazione va dal febbraio 2019 al 7 febbraio scorso.


Ai tre indagati viene poi contestato il reato di violazione di sepolcro per avere Francesco Trecate, Salvatore Trecate e Roberto Contartese – in concorso materiale e morale fra loro – “violato le tombe di Clotilde Del Vecchio, Romana Marzano, Salvatore Addolorato, Francesco Toraldo, Maria Garibaldino, Antonio Macrì, Maria Cortese, Vincenzo Giovanni Balso”, più altri due sepolcri di defunti con un cognome non ancora identificati (tali Giuseppe e Vittoria). La Procura contesta poi ulteriori violazioni in 16 tombe in cui erano tumulati i cadaveri di soggetti non identificati. In particolare, gli indagati avrebbero proceduto all’estumulazione delle bare all’interno delle quali vi erano le salme dei soggetti citati, in assenza delle prescritte autorizzazioni amministrative ed in violazione della normativa di settore. Il reato è aggravato nei confronti di Francesco Trecate in quanto avrebbe commesso il fatto abusando dei propri poteri ed in violazione dei doveri derivanti dal ruolo di custode del cimitero. 

I tre indagati devono poi rispondere del reato di distruzione e soppressione di cadavere. Per la precisione sette cadaveri sezionati con l’aiuto di un seghetto e di un martello. Tali distruzioni sarebbero avvenute – ad avviso degli inquirenti – nelle giornate del 18, 20, 23 e 27 novembre dello scorso anno, del 16 dicembre 2020 e del 22 gennaio scorso. I sette cadaveri appartenevano a soggetti non identificati, procedendo alla loro definitiva distruzione mediante combustione. Con l’aggravante di aver commesso il fatto in un cimitero e l’ulteriore aggravante per il solo Francesco Trecate in quanto avrebbe abusato dei suoi poteri di custode del cimitero.
Ai tre indagati (i due Trecate si trovano ai domiciliari, Contartese libero ma solo per raggiungere il posto di lavoro a Parghelia) viene poi contestato di aver appiccato il fuoco ai rifiuti prodotti con le precedenti condotte finalizzate alla distruzione dei cadaveri.

Da ricordare che Francesco Trecate nel settembre dello scorso anno ha ricevuto – insieme ad altri tropeani – una pubblica benemerenza dal sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, per “abnegazione al lavoro”.Francesco Trecate è inoltre lo zio paterno dell’assessore comunale Greta Trecate, mentre Salvatore Trecate è cugino dello stesso assessore. La giunta comunale di Tropea ha deliberato nei mesi scorsi di volersi costituire parte civile nel procedimento penale. Il Comune di Tropea viene ora indicato dalla Procura di Vibo Valentia quale parte offesa e potrà quindi chiedere in aula la costituzione di parte civile. Da evidenziare però che il difensore di Roberto Contartese è anche l’avvocato Francesco Muscia, figlio dell’attuale assessore ai Servizi cimiteriali Erminia Graziano.

Giornalista
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