La commissione antimafia al nuovo tribunale di Vibo Valentia e a Limbadi per Maria Chindamo

FOTO | Tappa al palazzo di giustizia e nella tenuta agricola dell'imprenditrice, scomparsa nel maggio 2016. Previsto un sopralluogo  all’Università della memoria, ospitata in un immobile confiscato al clan Mancuso

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di Redazione
20 ottobre 2020
09:44

Continuerà nella giornata odierna la visita a Vibo e nel Vibonese della Commissione parlamentare antimafia guidata dal presidente Nicola Morra.

Il sopralluogo al nuovo tribunale

In mattinata è stato effettuato un sopralluogo al nuovo tribunale di Vibo Valentia. Un immobile la cui prima pietra è stata posta nl lontano 1996. Ad oggi solo il piano terra è parzialmente attivo con l’ufficio del giudice del Lavoro, la sede dell’Ordine degli avvocati, il giudice di Pace e l’aula bunker per i processi di Dda. Restano da completare i restanti piani e i locali seminterrati. I lavori attualmente sono fermi ed i fondi per l’avanzamento giaciono al Ministero. 


La tappa a Limbadi

Dalle ore 11, invece, la Commissione antimafia si porterà in località Montalto di Limbadi nella tenuta agricola di Maria Chindamo dove incontrerà Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, e i figli della commercialista e imprenditrice scomparsa il 6 maggio 2016 dopo essere stata aggredita proprio dinanzi al cancello della tenuta. Quindi, ritorno a Limbadi paese per un sopralluogo all’Università della memoria, immobile confiscato al clan Mancuso. Ci sarà la presenza di don Ennio Stamile ed è previsto un incontro con il comitato direttivo dell’Università della Ricerca, della memoria e dell’impegno intitolato a Rossella Casini.

I problemi della giustizia

Molti i temi affrontati nella giornata di ieri in Prefettura a Vibo Valentia ad iniziare dalla scopertura degli organici al Tribunale di Vibo ed anche dal rinforzo dell’organico della locale Procura. La “macchina della giustizia” vibonese continua a dare risposte al “rallentatore” e in alcuni settori (come il civile ed il lavoro) i ritardi si accumulano ancor più che nel penale.

 

Sullo sfondo restano da approfondire le infiltrazioni mafiose nella politica vibonese e nei Comuni, un tema che ha bisogno di un’analisi a 360 gradi, senza “conflitti di interesse” e non guardando in faccia davvero nessuno. I legami politici fra i rappresentanti degli enti locali e la stessa politica nazionale potrebbero infatti frenare la neutralità dei giudizi e lasciare irrisolti alla radice molti dei problemi di cui il Vibonese richiede invece la risoluzione.

 

In ogni caso la Commissione parlamentare antimafia ed in testa il suo presidente, Nicola Morra, hanno intenzione questa volta di andare davvero a fondo sul territorio vibonese. Tante le criticità che non possono più aspettare. Le inchieste giudiziarie antimafia si susseguono e con esse viene “scoperchiato” sempre più il legame fra mafia e politica di cui è necessario fare “tabula rasa” non bastando evidentemente le sole costituzioni di parte civile (spesso di pura facciata) nei processi di mafia e la partecipazione alle manifestazioni antimafia. I tempi dell’antimafia “danzante e saltellante” sono finiti per tutti. Anche a Vibo e nel Vibonese.

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