I fatti risalgono al 18 agosto 2017 quando il giovanissimo Federico Feraco finì in un avvallamento su via Nazionale. Dichiarato colpevole anche il titolare della ditta esecutrice dei lavori. Per tutti la pena è sospesa
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Il luogo dell'incidente
Mattinata, quella di ieri, carica di tensione al Tribunale di Castrovillari, dove si è tenuta l’udienza conclusiva del processo penale per la morte di Federico Feraco, 14 anni, di Corigliano, caduto con la sua bicicletta in una buca killer in via Nazionale il 18 agosto 2017.
In aula, presenti anche i genitori e i fratelli della giovane vittima: il papà Luigi Damiano, la mamma Franca Cosimina Tarantino.
Il giudice Gabriele Antonaci ha emesso la sentenza, accogliendo in parte le richieste avanzate dal pubblico ministero Florindo Ferraro. Le pene detentive, originariamente comprese tra un anno e sei mesi e un anno e due mesi, sono state ridotte per tutti a sei mesi, con sospensione della pena. Tra gli imputati: Francesco Bua, geometra e responsabile del procedimento per conto del Comune di Corigliano, assolto.
Filomena De Luca, ingegnere e responsabile del procedimento, Carmine Crispino, direttore dei lavori e Teodoro D’Ambrogio, titolare della ditta esecutrice dei lavori sono stati condannati con la sospensione della pena, ma riconosciuti corresponsabili della tragedia.
Inoltre, il giudice ha disposto che gli imputati versino, in solido, la somma di 5mila euro a ciascuna delle parti civili costituite, ovvero ai familiari del piccolo Federico, rappresentati in aula dall’avvocato Pasquale Pastorino del foro di Salerno, già presidente dell’Associazione per la tutela delle vittime della strada.
Non accolta invece la richiesta di provvisionale, avanzata sempre dall’avvocato Pastorino. Il giudice ha rinviato ad altra sede, quella civile, le valutazioni per un eventuale risarcimento dei danni materiali e morali subiti dai congiunti della vittima.
Durante l’udienza, è tornato il tema del dolore perpetuo che colpisce una famiglia segnata da una perdita irreparabile. Come ribadito più volte dallo stesso legale: «I familiari di Federico scontano un ergastolo del dolore, senza fine né appello». Non è mancato un richiamo alla responsabilità morale e collettiva, che coinvolge tutta la comunità coriglianese, più volte mobilitata per chiedere chiarezza su questa vicenda che avrebbe potuto colpire qualunque famiglia. Parole significative anche quelle del pm. Ferraro, che ha ricordato come: «L’evento tragico era prevedibile ed evitabile». E ha citato giurisprudenza penale e civile della Cassazione che afferma: «Quando ci sono più responsabilità, tutti rispondono allo stesso modo». L’auspicio è che da oggi in poi si presti più attenzione alle condizioni delle strade, alle insidie evitabili con poco. Come ha sottolineato il magistrato, «basterebbero pochi chili di bitume a freddo per salvare vite umane».