Centrale Enel di Corigliano Rossano, la pazienza è finita: «Serve rivolta di popolo»

Il silenzio della holding sul futuro dell'impianto e sulla bonifica delle aree dismesse spinge maggioranza e opposizione comunale a invocare iniziative forti per ottenere impegni vincolanti

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di Matteo Lauria
19 settembre 2020
17:27
La centrale Enel di Rossano
La centrale Enel di Rossano

L’atteggiamento silente di Enel sul futuro della centrale di Corigliano Rossano abbatte la soglia di tolleranza politica, tanto nella maggioranza quanto nella minoranza. La holding tace sugli obiettivi, mentre ha mandato in archivio la pratica “Futur-e” su cui pure erano state riposte tante speranze. Il movimento Corigliano Rossano Futura, che annovare tra le fila del gruppo consiliare anche il presidente del Consiglio comunale Marinella Grillo, invita alla sommossa popolare. Mentre dal Pd si caldeggia un’azione forte da parte del governo cittadino. Allo stato sono in atto interventi di smontaggio dei 4 turbogas a olio combustibile i cui lavori dovranno terminare entro il 2023.

I silenzi di Enel

Per il movimento “Corigliano Rossano Futura” il progetto Futur-e «è stata una grande bufala, una comoda via di fuga inventata dall’ Enel per lasciare in territorio senza pagare il giusto prezzo». I movimentisti nell’auspicare «un tavolo nazionale che veda insieme il Governo, la Regione, i sindacati ed il Comune» denunciano silenzi e tatticismi: «C’è solo il business dello smontaggio ed Enel se lo fa da sola, mentre di caratterizzazione ambientale dell'area sotto gli impianti e di bonifica non se ne parla ma si propone di tenere attivi i due turbogas! Ecco svelata la grande truffa- tuona la compagine politica di governo -. Dopo aver lucrato per anni, dopo aver silenziosamente esodato oltre 300 dipendenti, dopo non aver rispettato le convenzioni ancora oggi vigenti ed aver eseguito lavori abusivi, Enel dichiara candidamente che "abbiamo scherzato".  Non ci sono cronoprogrammi per la messa in sicurezza e lo smantellamento, per la caratterizzazione ambientale e la bonifica e mancano persino tutele e garanzie  per i lavoratori  impiegati. Ecco perché serve un tavolo nazionale a livello di Governo, come si fa per le crisi industriali e come non si fece in passato quando a fronte della dismissione non fu dichiarato lo stato di crisi. Ora serve lanciare una vertenza territoriale, nella quale la Regione ed i parlamentari si schierino apertamente ed il Sindaco insieme con i sindacati si metta a capo di una vera e propria rivolta di popolo. Non c'è altro da fare».


 
Il Pd invoca un intervento forte del Comune

Secono il Partito democratico «manca un’azione forte dell’Amministrazione comunale, nonostante si tratti di una vertenza, il cui esito non costituirà una variante indipendente per il futuro della nuova città Corigliano Rossano sul versante mare, che rappresenta una delle principali attrazioni paesaggistiche. «Non è possibile - continua il Pd - immaginare uno sviluppo territoriale armonioso e tanto meno funzionale alla coltivazione di prospettive turistiche, pur sempre tanto decantate, senza un’effettiva bonifica del sito e di smantellamento degli impianti. La riqualificazione dell’area in questione, tanto più a seguito dell’avvenuta fusione e costituzione della nuova città, è oggi ancor più avvertita come ricongiunzione, anche plastica, dell’ormai unico tratto paesaggistico della nuova realtà, costituita dai territori dei due ex comuni di Corigliano e di Rossano. L’Enel più recentemente – prosegue la nota - ha proposto un protocollo d’intesa tra Enel Produzione s.p.a., Enel Italia s.p.a., Comune di Corigliano Rossano ed OO.SS. in merito allo sviluppo occupazionale riguardante la stessa Centrale. Una proposta monca, che desta preoccupazione per l’assenza di impegni in ordine all’effettiva riqualificazione dell’area, che dovrebbe essere il tema centrale della questione, traducendosi in sostanza soltanto in termini di impegno da parte dell’Enel di “promozione e salvaguardia dei lavoratori del territorio”, nell’ambito dei lavori di demolizione. Diversamente, l’Enel, per la presenza di amianto, sta procedendo alla bonifica dell’area in superficie, ma non sta bonificando il sottosuolo! Inoltre, l’Enel non intende demolire le due ciminiere e pretende di eliminare solo due dei quattro turbogas esistenti, nella prospettiva di un loro utilizzo nel 2025 per la produzione di gas, sfruttando incentivi statali».
La sfida il Pd la lancia all’amministrazione in carica affinché dia «seguito al proprio programma elettorale, laddove si era impegnata a definire il futuro del sito entro il primo anno di governo, attraverso  un’azione istituzionale forte, che puntasse allo smantellamento degli impianti e alla riutilizzazione e riqualificazione dell’area nel solco delle vocazioni turistiche ed agricole, considerando la centrale Enel un ostacolo all’integrazione costiera e urbanistica delle due aree della nuova città».
 

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