Impianto rifiuti Bucita, Uil: «Ekrò paghi gli stipendi ai lavoratori e non abusi della Cig»

VIDEO | Dura presa di posizione del sindacato che preannuncia la procedura di raffreddamento. Per la società che gestisce l’impianto è tutto in regola e i ritardi sono dovuti alle inadempienze dei Comuni

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di Matteo Lauria
17 ottobre 2020
14:01

18 dipendenti in cassa integrazione a rotazione per il Covid, alcuni operai fermi per infortunio. All'impianto di Bucita turni ridotti ma anche massacranti in quanto giornalmente si lavorano 130 tonnellate per ben 34 comuni dell’ambito territoriale della Sibaritide. Rifiuti che finiscono a Trieste con tanto di moltiplicazione dei costi per l’erario calabrese. Intanto i dipendenti della Ekrò, la società che gestisce l’impianto pubblico di selezione di Bucita, soffrono dei ritardi nei pagamenti degli stipendi dovuti al fatto che l'azienda vanta crediti dai comuni non soddisfatti (2 milioni di euro). Nelle ultime ore il segretario territoriale della Uil Luciano Campilongo ha inviato una nota di diffida ai vertici societari poiché si presuppone un eccessivo ricorso all’istituto della cassa integrazione e invita l’azienda a rispettare i tempi per l’erogazione degli stipendi.  

Per Ekrò turni concepiti nel rispetto delle regole

Secondo quanto emerge dalla parte aziendale, nell’ambito di rapporti epistolari tra società e organizzazioni sindacali, la Ekrò ribadisce che «il personale idoneo allo svolgimento delle mansioni è utilmente impiegato e ciò senza alcuna violazione del criterio della rotazione fra lavoratori aventi le medesime capacità lavorative in quanto fra di loro interfungibili. È necessario, quanto opportuno ribadire, che il rischio Covid in un impianto di trattamento rifiuti è oltremodo rilevante per le caratteristiche proprio del luogo di lavoro, e l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale per lavoratori non altrimenti utilizzabili in mansioni proficue e attuabili (anche per limitazioni personali oggettive e non contestabili) è certamente lecito oltre che corretto nonché finalizzato a impedire il rischio infortunio da Covid-19 con conseguenze ben più gravi».


Ritardi dovuti a inadempimenti dei Comuni

Per quanto attiene i ritardi nei pagamenti «la difficoltà finanziaria derivante dall’inadempimento sistematico dei comuni asserviti, impedisce una tranquillità economica all’azienda e, pertanto, il massimo sforzo richiedibile è relativo al pagamento delle retribuzioni per il personale effettivamente impiegato al lavoro».

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