Coronavirus, l’appello di due calabresi bloccati all’estero: «Aiutateci a tornare a casa»

Giulio Vita e Diana Scalfati sono partiti qualche settimana fa per un viaggio in Amazzonia ma a causa dell’emergenza sanitaria non riescono più a fare ritorno in Italia

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di Sonia Miceli
17 marzo 2020
14:53
Diana Scalfati e Giulio Vita
Diana Scalfati e Giulio Vita

Passano le ore e cresce la preoccupazione per due giovani calabresi, Giulio Vita, originario di Amantea e Diana Scalfati, originaria di San Lucido, bloccati in Brasile. Il loro viaggio di piacere, nel cuore dell’Amazzonia, si sta trasformando in un vero e proprio incubo a causa dell’emergenza da coronavirus.

 


Il potenziale contagio da Covid-19, considerato ormai una pandemia dall’Organizzazione mondiale della sanità, si sta estendendo dentro e fuori l’Europa,  creando una paralisi in termini di mobilità per una moltitudine di italiani bloccati all’estero.

«Sempre più difficile muoversi»

«Qualche giorno fa ci siamo svegliati con la notizia che la Colombia e il Perù hanno chiuso le frontiere, e il clima è cambiato: in tanti usano le mascherine e si puliscono le mani con disinfettante di continuo. Ma i mercati della frutta al porto continuano a mettere tutto per terra», spiega Giulio.

 

L’intento di Giulio e Diana, in queste ore, è quello di raggiungere il Portogallo e poi da lì capire come muoversi per l’Italia. Ad aggravare la situazione sono anche le risorse economiche che, purtroppo, iniziano a scarseggiare.

 

Dopo varie peripezie e diversi mezzi di trasporto per poter uscire dal Perù - tra impicci burocratici e sistemi in tilt negli uffici galleggianti di Migrazione a Leticia -  i due riescono a spostarsi e a timbrare l’ingresso in Brasile presso la Policía Federal e a raggiungere l’aeroporto di Tabatinga. Da lì sono ora in attesa del primo dei tre aerei (Tabatinga-Santarém-Belem ) che li porterà (se tutto va bene) a Lisbona in Portogallo.

 

Ma c'è un problema: «Tap Portugal non volerà in Italia fino il 30 aprile e non può coprire le spese di alloggio mentre aspettiamo», dice Giulio.

Farnesina: «Nessun piano per gli italiani»

Qualche giorno fa Giulio è riuscito a comunicare con la Farnesina. «Mi dicono che, a differenza delle epiche dichiarazioni di Di Maio, al momento non esiste nessun piano per far rientrare noi italiani che ci troviamo all’estero», spiega amareggiato.

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«L’Ambasciata del Portogallo - precisa - ci ha risposto come la Farnesina: dobbiamo risolvere noi con vie alternative. Tap Portugal non risponde alle nostre mail e il volo per Roma non è stato ancora cancellato nel loro sistema per cui non possiamo cambiarlo per andare in un altro aeroporto».

«Non abbiamo più fondi»

L’emergenza sanitaria in atto si scontra in questo momento con l’evidente mancanza di un coordinamento europeo e la poca preparazione per la gestione di uno scenario come quello in cui ci troviamo e che sta mettendo in secondo piano vite umane e diritti costituzionali.

 

Dal Portogallo Giulio non potrà muoversi in macchina per rientrare in Italia: l’Unione Europea si è blindata, chiudendo le frontiere e lo spazio Schengen, con lo stop temporaneo dei viaggi non essenziali.

 

«Non posso più rimanere qui per mancanza di fondi» è l’appello disperato di Giulio che aggiunge:  «Se qualcuno sa come aiutarmi ad arrivare in Italia, dal Portogallo, vi prego di scrivermi sull’email giuliovita@laguarimba.com o contattarmi al numero 3392086981»

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