Coronavirus Calabria, il decalogo dei pediatri per evitare il contagio dei bambini

La Fimp ha voluto rivolgersi direttamente alle famiglie calabresi in un momento molto delicato per la nostra regione attraverso l'esposizione delle regole da seguire per rallentare la diffusione del Covid-19

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di Redazione
7 marzo 2020
18:10

«Come pediatri di famiglia della Regione Calabria ci rivolgiamo a genitori dei bambini nostri assistiti per dire loro come ci possono aiutare a curare meglio i loro figli in questa circostanza eccezionale». La Federazione italiana medici pediatri della Calabria, attraverso il segretario regionale Antonio Gurnari, in questo momento in cui l’epidemia da coronavirus inizia ad interessare anche la nostra regione, hanno voluto rivolgersi direttamente alle famiglie calabresi con un comunicato ufficiale.

 


Rallentare la diffusione

«Siamo in presenza di una situazione di emergenza sanitaria in cui ogni giorno le famiglie sono bombardate di notizie a volte anche contrastanti – scrivono i pediatri - Ci troviamo di fronte a una malattia importante, che si sta diffondendo rapidamente e dobbiamo, ad ogni costo, rallentarne il più possibile la diffusione». La buona notizia è che fino ad oggi i bambini hanno dimostrato di non essere quasi mai soggetti a complicazioni gravi. Però i bambini possono essere asintomatici ed infettare genitori e nonni.

La 4 regole da seguire

Per questo motivo, la Fimp, sottolinea come «al di là delle misure che il Governo, l'Amministrazione Regionale e le Aziende Sanitarie hanno preso e riterranno di prendere (come ad esempio è stata la chiusura delle scuole attualmente prevista fino al 15 marzo), è importante attuare dei comportamenti di igiene personale che diminuiscano la possibilità di contatto con un virus che è molto contagioso».
E i medici ricordano i quattro «importantissimi comportamenti da seguire per ridurre la trasmissione del virus:
1 - Lavarsi spesso le mani con sapone e meglio ancora con gel o soluzione alcoolica;
2 - Non toccarsi la faccia e non portarsi mai le mani alla bocca o agli occhi senza prima averle accuratamente lavate;
3 - Stare ad almeno un metro e mezzo dalla persona che si ha accanto o con cui si parla (questo perché non abbiamo alcun modo di sapere se tale persona sia o no infetta);
4 - Evitare il contatto stretto con chi abbia sintomi di possibile virosi (tosse, raffreddore, febbre) e, se si hanno tali sintomi, usare una mascherina per non disseminare il virus».

Programmare visite con il pediatra

I pediatri, inoltre, ribadiscono di «evitare di portare in ambulatorio i bambini senza aver prima programmato telefonicamente l’accesso, soprattutto se hanno tosse, raffreddore e febbre; questo per ridurre la possibilità di infettare o venire infettati. In questi casi il pediatra dirà se e quando andare nell’ambulatorio per appuntamento e, in alternativa, cosa fare direttamente a casa».

 

Niente contatti in ambulatorio

Altra raccomandazione è quella relativa al comportamento da tenere in ambulatorio, evitando tassativamente contatti con gli altri bambini ed entrando sempre con un solo accompagnatore.
«Troverete probabilmente il vostro pediatra – si legge nella nota - protetto da mascherina facciale e con i guanti. Sono precauzioni per evitare il possibile contagio reciproco. Questo dovrebbe essere la norma, anche se le Aziende Sanitarie, fino ad ora, non hanno distribuito questi presidi di protezione, per come previsto, e la maggior parte dei pediatri ha dovuto procurarseli, con tutte le difficoltà a reperirli in questo periodo e con spese proprie, nell'interesse di tutti».

Avvertimento agli adolescenti

Un avvertimento particolare, inoltre, è riservato agli adolescenti «che cominciano ad avere autonomia di spostamenti – scrivono i pediatri - di attenersi alle regole di salute pubblica, evitando di affollare punti di ritrovo, soprattutto al chiuso, come i locali pubblici, i centri commerciali e le discoteche ancora in attività. Estendiamo la raccomandazione anche ai genitori, affinché non espongano i bambini più piccoli alle stesse situazioni, vanificando così l’obiettivo che si vuole raggiungere con la chiusura delle scuole».

 

Niente certificato per il ritorno a scuola

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ha già specificato che i certificati di rientro a scuola, in questo periodo, non sono richiesti per le comuni virosi respiratorie, evitando inutili accessi all' ambulatorio.
«Aggiungiamo, anche – conclude Gurnari - che alla ripresa dell’attività scolastica, dopo il periodo di sospensione disposto d’autorità, non sarà necessario alcun certificato di rientro.
Tutto questo invitandovi a considerare la figura del pediatra di famiglia come vostro alleato nella tutela della salute dei vostri figli, in questa e in tutte le altre circostanze».

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