Coronavirus, a Corigliano Rossano un laboratorio che lavorerà 300 tamponi al giorno

Lo ha annunciato il commissario dell'Asp di Cosenza Cinzia Bettelini. La nuova macchina sarà montata tra il domani e il 13 novembre

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di Salvatore Bruno
6 novembre 2020
10:32

La nuova data da fissare sul calendario è quella del 13 novembre. E speriamo che questa volta possa essere definitiva. Entro la prossima settimana dunque, dovrebbe entrare finalmente in funzione il nuovo laboratorio di virologia dell'ospedale Giannettasio di Rossano dove entrerà in funzione un macchinario in grado di processare trecento tamponi molecolari al giorno, così da accelerare le operazioni di screening dei soggetti potenzialmente positivi al coronavirus, e di dare un po' di sollievo agli operatori in servizio all'Annunziata, oberati di lavoro fin dall'inizio dell'emergenza pandemia.

Investimento da 150 mila euro

L'annuncio arriva dal commissario straordinario dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, Cinzia Bettelini, ospite a Palazzo dei Bruzi della Commissione consiliare sanità. L'avvio del nuovo laboratorio, auspicando che i tempi pronosticati siano rispettati, arriva cinque mesi dopo l'acquisto delle attrezzature, risalente al maggio scorso. «Poi sono stati necessari i lavori di adeguamento degli spazi - ha sottolineato la manager - ed il potenziamento del personale. Per comprare i macchinari - ha precisato - è stato affrontato un investimento di 150 mila euro».


Le Usca in affanno

Nel corso della riunione presieduta dalla consigliera Maria Teresa De Marco, alla quale hanno partecipato anche il dottor Tullio Chimenti, componente del direttivo della Federazione dei Medici di Medicina Generale ed il dottor Felice Fazzari, responsabile distrettuale della stessa FIMMG, sono inoltre emerse le criticità legate alla mancata implementazione degli organici delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale: avrebbero dovuto funzionare per 7 giorni alla settimana e per 12 ore al giorno, per un totale di 84 ore settimanali, 920 ore considerando tutte le 11 postazioni previste nel territorio della provincia. «Attualmente, però, le ore durante le quali le Usca sono attive - ha informato Tullio Chimenti - arrivano a 200 cui sono state aggiunte, due giorni fa, altre 200 ore».

Personale sottodimensionato

Il commissario Bettelini ha ammesso che il personale impiegato è sottodimensionato: solo 15 medici e sei infermieri, mentre la pianta organica prevede l'impiego di ventidue medici e altrettanti infermieri per un totale di 44 unità. È in corso una selezione alla quale hanno partecipato 150 medici «mentre altre 400 domande – ha sottolineato la manager dell’ASP - sono pervenute a seguito di un’altra manifestazione d’interesse bandita inizialmente per il reclutamento di infermieri scolastici a presidio delle scuole. Anche per questo bando si sta procedendo, alla velocità della luce, a stilare una graduatoria».

Presto l'avvio della Centrale Operativa Territoriale

Nell'ottica di un miglior coordinamento delle attività di prevenzione della diffusione del Covid, Cinzia Bettelini ha preannunciato l’avvio a breve, nella sede Asp di Serra Spiga, di una centrale di coordinamento territoriale con un funzionamento simile alla centrale operativa del 118 in grado di registrare tutte le chiamate in arrivo e di riorganizzare i servizi secondo le competenze di ciascun operatore. «Questa nuova centrale operativa – ha spiegato - avrà un’apertura flessibile ipotizzando un funzionamento, sette giorni su sette, di 12 ore al giorno che al momento sono sufficienti a soddisfare l’attuale domanda».

Una piattaforma tecnologicamente avanzata

«La Centrale operativa territoriale – ha aggiunto quasi al termine della seduta il dottor Riccardo Borselli, responsabile del 118 di Cosenza – potrebbe risolvere molti problemi di comunicazione con tutti, in primis con i medici di base che riteniamo siano indispensabili. Ecco perché abbiamo fatto sì che questa centrale operativa fosse in continuità con quella del 118, per sfruttare al meglio, cioè, il grande e collaudato potenziale tecnologico. Disporremo di una piattaforma, che stiamo cercando di completare nel più breve tempo possibile, dove saranno presenti tutti i medici di base, ma anche i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, i 150 comuni della provincia e tutto sarà registrato. Questo modello, che è in crescita, ha bisogno dell’apporto dei medici di medicina generale».

Giornalista
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