Coronavirus, la rivolta dei sindaci contro la “Fase 2” di Santelli: «Non riapriamo niente»

Decine di primi cittadini calabresi si oppongono alla nuova ordinanza regionale. Falcomatà: «Non si gioca sulla pelle dei cittadini». Contrari anche Abramo a Catanzaro e Mascaro a Lamezia. Il Pd: «Atto irresponsabile». Contro anche Callipo e Greco

di Redazione
29 aprile 2020
23:41
Jole Santelli
Jole Santelli

La nuova ordinanza della governatrice Santelli scatena la protesta dei sindaci e dell'opposizione. Il provvedimento firmato stasera dalla presidente di Regione prevede, a partire da domani, un allentamento del lockdown e la riapertura di diversi esercizi commerciali, tra cui bar, ristoranti e pizzerie, che potranno lavorare solo se dotati di tavoli all'aperto o con servizi da asporto.

La reazione dei sindaci

Ma la reazione dei sindaci non si è fatta attendere. Sono già diversi i primi cittadini che hanno già comunicato la volontà di non rispettare le nuove disposizioni della Cittadella. Fortemente critico il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà: «A volte la realtà supera la fantasia. Non si fa gioca sulla pelle e sulla salute dei cittadini. Spero che la notti porti consiglio, in caso contrario ci determineremo di conseguenza». 


Tra i possibili "dissidenti" rispetto alla scelta di Santelli anche il sindaco forzista di Catanzaro, Sergio Abramo.

Contrario all'ordinanza anche Paolo Mascaro, sindaco di Lamezia Terme vicino al centrodestra, secondo cui non è «il momento di operare strappi laceranti rispetto alle indicazioni date dalla Comunità Scientifica ed il ritorno alla auspicata normalità dovrà avvenire gradualmente e verificandone passo dopo passo gli effetti; non si può rischiare di vanificare i sacrifici immensi che da due mesi sopportano i nostri concittadini. Pertanto, il Comune di Lamezia Terme adotterà domattina ordinanza con la quale bloccherà da subito l’applicazione del provvedimento della Regione Calabria del 29 aprile e continuerà ad adeguarsi alle prescrizioni nazionali ed a quanto stabilito nelle ordinanze sindacali emesse o da emettere. Dobbiamo salvaguardare la nostra salute ed il nostro futuro».

Il primo cittadino di Polistena, Michele Tripodi, sulla sua pagina facebook ha confermato l'intenzione di rispettare le norme disposte dal governo e minacciato sanzioni nei confronti degli inadempienti: «Ho letto poco fa l’ordinanza illegittima della presidente Santelli... davvero stucchevole. Dal modello tutto chiuso al modello tutto aperto (prima del tempo), tranne ovviamente per gli ambulatori della sanità pubblica ancora avvitata su stessa. Ricordo a tutti, a scanso di equivoci, che a Polistena si applicano le regole in vigore sino al 4 maggio e rinvenibili dai Dpcm del governo e dalle ordinanze sindacali. Il primo “intraprendente” che prova a mettere tavolini fuori appellandosi all’ordinanza illegittima della Santelli sarà multato e deferito all’autorità giudiziaria. Entro questo fine settimana chiarirò con apposita ordinanza sindacale cosa si potrà fare e cosa no a partire dal 4 maggio. Non possiamo permetterci di buttare nella spazzatura tutti i sacrifici fatti sinora principalmente dai cittadini. Giusto per essere chiari».

 

Stessa decisione anche per il sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito: «Non me ne vogliano gli operatori commerciali che da domani sarebbero autorizzati ma in questa fase, almeno finché non avremo esito dei tamponi, restano in vigore le regole del governo centrale. Quindi competenza o meno dei sindaci domani mattina presto farò ordinanza con cui differirò apertura mercati ed attività con tavoli all’aperto e vendita ambulanti, almeno finché non avremo esito di tutti i tamponi. Nella valutazione degli interessi in campo è auspicabile attendere qualche giorno in più piuttosto che rischiare di chiudere per molto tempo dopo. La salute sopra di tutto».

Nettamente contrario anche Giuseppe Belcastro, sindaco di San Giovanni in Fiore: «Domani emetterò un’ordinamza che rispetti le norme varate dal governo. La mia città non la metto in pericolo. Ragioneremo seriamente come riaprire». 

Anche il sindaco Giuseppe Barillaro si oppone alla ordinanza di Santelli e spiega che ad Acquaro sarà «vietata» la ripresa delle attività di bar, ristoranti e pizzerie, oltre a quelle di commercio di generi alimentari. «In mattinata – aggiunge il primo cittadino del Comune vibonese – emanerò apposita ordinanza sindacale».

Sulla stessa scia, il sindaco di Ionadi (Vibo Valentia), Antonio Arena: «I sacrifici fatti in questi mesi di emergenza sanitaria per la tutela dell'incolumità pubblica dei ionadesi non possono essere dispersi da provvedimenti improvvisi e non pianificati per tempo, perché mettono a serio rischio la salute dei cittadini». Pertanto: «Sul territorio comunale di Ionadi valgono le misure previste dall’ultimo Dpcm emanato dal presidente del Consiglio dei Ministri e le ordinanze emanate dal sottoscritto e non quelle in contrasto emanate dal presidente della Regione Calabria nella tarda serata del 29 aprile ». Contrario all'apertura anche il primo cittadino di Soverato, Ernesto Alecci. 

 

I Comuni del Catanzarese chiedono ritiro

Almeno 26 sindaci di Comuni del Catanzarese chiedono il ritiro dell'ordinanza: Carlopoli (Mario Talarico), Settingiano (Rodolfo Iozzo), San Pietro Apostolo (Raffaele De Santis), Pentone (Vincenzo Marino), Gimigliano (Laura Moschella), Martirano Lombardo (Franco Pucci), Sellia (Davide Zicchinella), Cardinale (Danilo Staglianò), Isca sullo Ionio (Vincenzo Mirarchi), Cortale (Francesco Scalfaro), Albi (Salvatore Ricca), Borgia (Elisabeth Sacco), San Pietro a Maida (Domenico Giampà), Cropani (Raffaele Mercurio), Sant'Andrea Ionio (Nicola Ramogida), Chiaravalle Centrale (Domenico Donato), Andali (Pietro Antonio Peta), Maida (Salvatore Paone), Magisano (Fiore Tozzo), Sellia Marina (rancesco Mauro), Marcedusa (Domenico Garofalo), Sersale (Salvatore Torchia), San Floro (Bruno Meta), Nocera Terinese (Antonio Albi), Cerva (Fabrizio Rizzuti), Montepaone (Mario Migliarese).

Gli altri sindaci

Sono pronti a preparare contro-ordinanze anche i sindaci di Palmi (Giuseppe Ranuccio), Acri (Pino Capalbo), Acquappesa (Francesco Tripicchio), Guardia Piemontese (Vincenzo Rocchetti), Mormanno (Giuseppe Regina) e Montalto Uffugo (Pietro Caracciolo).
Pure il senatore di Italia viva e sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, ha fatto sapere che non applicherà l'ordinanza diramata dalla Regione. 

 

La reazione del Pd: atto irresponsabile

«L’ordinanza appena pubblicata dalla presidente Santelli – riporta una nota del gruppo del Pd in consiglio regionale – ci lascia senza parole: è del tutto fuori da ogni logica e, anticipando senza una ragione, le disposizioni nazionali che entreranno in vigore il 4 maggio, dimentica ogni senso di responsabilità istituzionale. La presidente Santelli si avventura contro un dpcm che nasce dalla ponderata concertazione con una task force di esperti che studiano la situazione da settimane e hanno messo a punto un piano graduale, proprio per evitare disastri. Tutti i report fin qui prodotti dimostrano che le regioni che rischiano di più, sono proprio quelle, come la nostra, finora lambite in maniera attenuata dal contagio».

 

«Se, in violazione di norme sanitarie nazionali – continua –, ripartiranno i contagi in quei bar o ristoranti che aprono (tra l’altro senza linee guida nazionali), quelle persone avranno tutto il diritto di chiedere i danni alla Regione. Se, oltre a essere del tutto illogico, quello della Santelli fosse anche un gioco politico per creare divisioni fra i diversi livelli istituzionali, la cosa sarebbe ancora più grave. L’unità del Paese e la sua tenuta non possono essere oggetto di simili improvvisazioni. Invitiamo, pertanto, la Presidente a ritirare immediatamente questa sciagurata ordinanza, anche al fine di evitare che si crei sul nostro stesso territorio un conflitto istituzionali tra sindaci e regione».

Anche Callipo dice no

«Invitiamo i cittadini calabresi – afferma il leader di “Io resto in Calabria”, Pippo Callipo – ad essere molto cauti e siamo certi che si dimostreranno più responsabili di chi li governa. Fino a pochi giorni fa la presidente della Regione Jole Santelli parlava di tenere chiusa la Calabria fino a fine maggio, oggi addirittura anticipa la fase 2 andando ben oltre le riaperture che il governo ha annunciato per il 4 maggio».

 

«Quella annunciata stasera dalla presidente Santelli, con un tempismo quantomeno irresponsabile perché prevede le riaperture già per domani, è un’ordinanza molto imprudente – prosegue Callipo – ed evidentemente incoerente con quanto sostenuto da lei stessa fino a ieri. L’ordinanza, poi, contrasta con quanto previsto dai provvedimenti governativi e, oltre che pericolosa, è utile solo a un eventuale contenzioso con il governo di cui proprio non si sentiva il bisogno. Non vorremmo che tutto ciò risponda a una strategia politica concordata tra i governatori di centrodestra. Se così fosse, vorrebbe dire che si sta giocando sulla pelle dei cittadini calabresi per meri calcoli politici. In un’emergenza come quella attuale non si può governare in balìa di interessi di partito o di improvvidi sbalzi d’umore. Intanto – conclude Callipo – di misure concrete sul piano economico, sanitario e sociale neanche l’ombra».

L'appello di Idm

«Presidente Santelli ci ripensi. Spero che la notte porti consiglio atteso – dice il segretario federale di Italia del Meridione, Orlandino Greco – che questa non è una partita a poker dove il rilancio immediato è preludio di un bluff. Ci ripensi presidente Santelli, ritiri l’ordinanza e rivendichi la apertura differenziata con le altre Regioni ma solo quando la curva dei contagi tocchi lo zero. Ci pensi il Il Governo ad attivare l'art. 120 della Costituzione, revocare l'ordinanza e sostituirsi al potere della regione. Ci pensino i sindaci a emanare ordinanze immediate e contrarie all’ordinanza del Presidente della regione. Ci pensino bene i commercianti prima di alzare le saracinesche dovendo sopportare rischi di contagio e costi di gestione elevati. Ci pensino ancora una volta i cittadini a dimostrare maggior buon senso dei loro governanti».

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