Coronavirus a Palmi, la rabbia dei cittadini della “zona rossa”

VIDEO | Nei quartieri chiusi dall'ordinanza Santelli domina la preoccupazione. E gli imprenditori turistici temono il peggio: «Ci stavamo riprendendo, ora è un dramma economico definitivo»

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di Agostino Pantano
22 giugno 2020
15:35

Nella prima mattinata dopo l’istituzione della zona rossa, nei quartieri di Palmi chiusi si può ancora entrare e uscire. L’atto della governatrice Jole Santelli, vergato nel pomeriggio di domenica, è ancora troppo fresco. Le forze dell’ordine devono pure organizzare un Piano per i posti di blocco e l’Asp deve finire di montare la tenda per i tamponi a tappetto che si prevedono in questa zona che fa 1.000 abitanti tra pescatori, gestori di lidi balneari e proprietari di seconda casa che potrebbero essere entrati in contatto con gli 8 contagiati.

 


«I positivi sono tutti a casa – chiarisce il sindaco Giuseppe Ranuccio – solo uno di loro ha i sintomi del Covid». Sembra circoscritto il focolaio della zona marinara, nato dopo il viaggio che dall’Emilia Romagna hanno fatto due palmesi, padre e figlio, che si sono registrati sul sito della Regione ma, essendo cadute le restrizioni, non si erano posti in quarantena.

 

«Non siamo preoccupati ma arrabbiati per la troppa facilità con cui ci hanno chiusi», afferma un abitante della zona chiusa, concetto – questo del mancato gradualismo nell’atto della Regione – ripetuto anche da Carmelo Fiorino, gestore di un lido che sorge nella zona rossa. «Ci sembrava di essere tornati alla normalità – sostiene – ma ora diventa tutto un dramma: si poteva approfittare del tempo per avviare prima di chiudere uno screening di massa».

 

È stata l’Asp ad accelerare per una chiusura predisposta fino a venerdì, essendo aumentato in poche ore il numero dei contagiati – da 4 ad 8 – in un focolaio frequentato anche dal docente di Nicotera, la cui positività scoperta dopo il tampone ha fatto sospendere gli esami al Nautico di Pizzo.

 

C’è preoccupazione in una città le cui zone urbanistiche, fortunatamente, sono ben divise tra loro, favorendo un isolamento che per ora è circoscritto. Certo, quello che la governatrice nella sua ordinanza chiama «contagio di ritorno» – ovvero il propagarsi del Coronavirus dopo le riaperture – è forse arrivato troppo presto e, in maniera imprevista, non è stato alimentato dal turismo, settore che invece ora lo subisce per questa zona rossa che sembra la prima nel suo genere, essendo riferita alla porzione consistente di una cittadina che conta 20.000 abitanti e non ad una struttura.

Giornalista
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