Corruzione, divieto di dimora in Calabria per l’ex consigliere regionale Giuseppe Aieta
Il rappresentante di Italia viva ed ex Pd raggiunto da un'ordinanza cautelare nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Paola che gli contesta di avere promesso favori in cambio di voti durante la campagna elettorale vinta da Jole Santelli
Divieto di dimora in Calabria per l'ex consigliere regionale Giuseppe Aieta, finito al centro di un'inchiesta coordinata dalla procura di Paola. Il politico, ex sindaco di Cetraro, è stato raggiunto da un'ordinanza cautelare al termine di una fase investigativa che lo aveva interessato già all'inizio di febbraio del 2020, periodo in cui era stato interrogato dai magistrati tirrenici in ordine all'ipotesi di reato di corruzione.
Secondo l'iniziale impostazione accusatoria, l'ex consigliere regionale del Pd, oggi iscritto ad Italia viva, avrebbe promesso favori in cambio di voti a una serie di co-indagati, tra cui il sindaco di Acri Pino Capalbo, non raggiunto da alcun provvedimento del gip competente di Paola. Nel mirino infatti erano finite le elezioni regionali del 2020, vinte poi dalla compianta presidente della Regione Calabria Jole Santelli. Nell'inchiesta ci sono altri indagati con altre ipotesi di reato.
L'altro aspetto della vicenda penale riguarda la gestione delle Terme Luigiane di Guardia Piemontese, su cui si fonda anche la richiesta di misura cautelare. Anche in questo caso Aieta avrebbe promosso la proroga in cambio di voti, come nel caso delle Regionali 2020. Nell'inchiesta risultano inquisiti anche il primo cittadino di Longobucco, Giovanni Pirillo, l'imprenditore Giuseppe Chiaradia, Emilio Morelli, Giuseppe Tucci, Dante Ferrari e Mario Schiavoni.