L’inchiesta

Cosenza, l’ex consigliere comunale Piercarlo Chiappetta patteggia 2 anni per bancarotta fraudolenta

L'imprenditore, che si è candidato di recente alle Regionali con il centrodestra, ha patteggiato la pena, così come Martire. Altri due imputati rinviati a giudizio

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23 ottobre 2021
07:11

Due patteggiamenti e due rinvii a giudizio. Si è concluso così il primo step processuale dell'inchiesta sulla presunta bancarotta fraudolenta che ha visto coinvolti, in qualità di indagati, l'ex consigliere comunale di Cosenza, Piercarlo Chiappetta, che si è candidato di recente alle Regionali con il centrodestra nella lista “Forza Azzurri”, Antonello Martire, Attilio De Rango e Fabio Fabiano. Ieri mattina, dinanzi al gup del tribunale di Cosenza, sono state definite tutte le posizioni. Attilio De Rango e Fabio Fabiano sono stati rinviati a giudizio. Il processo inizierà il prossimo 11 gennaio 2022 davanti al tribunale collegiale di Cosenza.

Gli altri due indagati

D’intesa con l’accusa, Piercarlo Chiappetta e Antonello Martire hanno patteggiato la pena: due anni (pena sospesa) per l'esponente del centrodestra e due anni e 3 mesi per l'altro indagato.


Nel mirino della procura di Cosenza, che ha coordinato le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, erano finite le società “Ingegnere Srl”, “Tre srl”, “Quattro srl”, “Adp srl”, “Cogeman Immobiliare srl” e “Pam progetti Srl”.

I magistrati diretti dal procuratore capo Mario Spagnuolo, che si erano rivolti al tribunale del Riesame di Cosenza (presidente Carmen Ciarcia; giudici a latere Stefania Antico e Urania Granata) per impugnare il mancato sequestro dei beni e delle quote societarie, così com'era stato stabilito nel 2020 dalla sezione gip, sono convinti che a cagionare il dissesto finanziario di Pada (società fallita), Marconi Immobiliare (società fallita) e Innova (società fallita), erano state le distrazioni delle risorse economiche «di tali società in favore di altre collegate (e, comunque, anche dalla stessa Pada alla Marconi e alla Innova e dalla Marconi alla Innova)». Per investigatori e inquirenti, «le società sono state, in sostanza, tenute in vita (anche quali “cartiere”) per il conseguimento di profitto da parte degli indagati, con pregiudizio delle ragioni dei creditori, tra cui il Fisco».

Proprio con l’Erario, gli indagati avevano un debito monstre. Sulla base delle indagini patrimoniali svolte dalle Fiamme Gialle, la società Ingegnere «amministrata da Attilio De Rango e Piercarlo Chiappetta» aveva un debito con l’Agenzia delle Entrate pari a 873.264,63 euro; la società TRE «(amministrata da Attilio De Rango)» aveva un debito pari a 932.421,21 euro; la società Quattro «di cui risultano soci De Rango e Chiappetta» doveva al Fisco 187.427,99 euro; la società Adp aveva un debito con l'Erario pari a 646.438,41 euro; la società Cogeman Immobiliare «di cui risultano soci De Rango e Chiappetta» aveva un debito con l'Erario pari a 1.894.036,72 euro; la società Mazzini Immobiliare, in cui risulta socio anche Fabio Fabiano, aveva un debito con l'Erario pari a 5.838,67 euro; la società Pam Progetti, infine, aveva un debito con l'Agenzia delle Entrate pari a 1.258,65 euro.

Che le condotte fossero di natura illecita, lo aveva già rilevato il tribunale del Riesame di Cosenza, secondo cui, erano emerse, in relazione alla “Marconi Immobiliare srl” e alla “Innova srl”, «la distrazione di somme in favore delle altre società facenti capo agli indagati, nonché in favore degli stessi indagati». Per i pm di Cosenza, infine, i bilanci contenevano «notizie e dati non rispondenti alla reale situazione finanziaria». 

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