Nei giorni scorsi i militari della stazione carabinieri forestale di Cosenza, durante un servizio di monitoraggio del territorio hanno proceduto ad un controllo sul rispetto della normativa ambientale di una Azienda avicola di contrada Sant’Elia nel capoluogo di provincia. A seguito di tale controllo sono state rilevate diverse condotte in violazione alla normativa ambientale in materia di gestione dei rifiuti e delle acque reflue. I militari hanno infatti accertato che erano in corso lavori di lavaggio e disinfezione di uno dei tre capannoni adibiti a contenere le galline per la produzione delle uova fresche commercializzate.

Le acque di lavaggio frammiste a pollina (deiezioni delle galline) prodotte dal lavaggio dei locali e delle gabbie erano convogliate all’interno di una vasca dove, attraverso uno scarico di fondo ed un tubo in pvc in parte interrate venivano scaricate, senza alcun trattamento depurativo, nel sottostante fosso dove erano presenti ristagni melmosi di tali reflui industriali. Da ulteriori verifiche si è anche constatato che nell’area esterna all’azienda era stata scavata una buca all’interno del quale erano presenti centinaia di uova rotte di cui il detentore se ne voleva disfare mediante interramento. Il controllo ha evidenziato anche come, sempre all’interno dell’azienda, un’area era stata adibita a deposito ed abbandono di rifiuti speciali prodotti nell’ambito dell’attività di impresa i quali giacevano su un grosso cumulo di cenere e di cui il produttore se ne disfaceva mediante combustione illecita.

Infine si è accertato che su di un’area erano stati sversati diversi cumuli di pollina in parte stesi sul suolo quale l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento che, però, veniva effettuata in violazione delle norme regolanti la materia le quali prevedono la predisposizioni di un adeguato piano di utilizzazione e a preventive comunicazioni agli organi di controllo. A seguito di quanto emerso dal controllo si sono contestati i reati inerenti la combustione illecita e il deposito ed abbandono incontrollato di rifiuti nel suolo, scarico di acque reflue industriali in corpo idrico superficiale senza autorizzazione e utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento in violazione della normativa di settore. Al fine di impedire la prosecuzione dei reati, si è proceduto a sequestrare le aree ed i rifiuti oggetto dell’attività illecita deferendo i due amministratori alla competente Procura della Repubblica di Cosenza.