Covid, 84mila dosi di AstraZeneca in frigo: ora le dosi ci sono ma sale il numero di chi rifiuta

A fronte di alte percentuali di consumo di Pfizer che si attesta al 92%, in Calabria la somministrazione del siero anglosvedese procede a rilento. Pesa ancora la diffidenza verso il farmaco bloccato da Ema (ASCOLTA L'AUDIO)

di Luana  Costa
5 aprile 2021
18:50

Aumentano a dismisura le scorte accumulate nelle farmacie ospedaliere di siero a marchio AstraZeneca. Se, infatti, poco meno di un mese fa in Calabria si contava la presenza nei congelatori di oltre 50mila fiale, l'ultimo aggiornamento restituisce un dato in costante peggioramento: 84mila i flaconi conservati in attesa di smaltimento.

Campagna a più velocità

E così la campagna vaccinale in Calabria continua a procedere a più velocità. A fronte di alte percentuali di consumo, ad esempio, per il siero a marchio Pzifer/BioNtech che si assesta in una forbice del 92% tra consegne e inoculazioni; al contrario, le somministrazioni del farmaco anglosvedese procedono a rilento: solo il 33%, un dato che continua ad annacquare la percentuale complessiva inchiodando la Calabria al 72% nella classifica nazionale.


Diffidenza

Al netto delle categorie prioritarie - definite in base alla fragilità e da trattare rigorosamente con sieri Pfizer o Moderna - sul farmaco a marchio AstraZeneca continua a pesare una sorta di stigma conseguente alla improvvida sospensione decretata in Italia e in molti altri Paesi dell'Unione, dopo i casi di morti sospette. Dopo il blocco anche nella aziende sanitarie e ospedaliere calabresi la ripresa non è stata affatto agevole. Resiste, tuttora, un clima di sospetto che è alla base di numerose defezione e rifiuti. 

Defezioni

I dinieghi sono tanto diffusi quanto trasversali, i diffidenti si annidano in tutte le categorie destinatarie del farmaco dal personale scolastico alle forze dell'ordine e, perfino, tra i caregiver. Coloro che assistono persone affette da patologie hanno pieno diritto alla vaccinazione ma con siero immunizzante AstraZeneca; in molti, tuttavia, lo rifiutano e tentano di ricevere Pfizer o Moderna. Ma non sono i soli, netti "no" provengono anche dal mondo scolastico. Se prima della sospensione decisa da Ema il tasso di defezione quasi fisiologica era al 10%, dopo il blocco in alcune aziende ha sfondato la quota anche del 30%.

Tutti vogliono Pfizer

Alcuni mancano proprio l'appuntamento, altri ancora si presentano salvo poi tirarsi indietro dopo aver appreso che il vaccino da ricevere non è Pfizer ma AstraZeneca. Defezioni si registrano, inoltre, tra gli agenti della polizia penitenziaria. E non fungono da deterrenti neppure i focolai in atto nelle carceri. Ad esempio, a Catanzaro nonostante la bomba epidemica esplosa nell'istituto penitenziario sono ancora molti i diffidenti nei confronti del farmaco e gli agenti non si sottopongono a vaccinazione.

AstraZeneca a go go 

Ma nonostante le difficoltà registate nella somministrazione, la distribuzione delle fiale di AstraZeneca continua in Calabria copiosa. Prima dell'ultima consegna avvenuta nei giorni scorsi, le scorte del siero nelle farmacie ospedaliere si attestavano a 44mila flaconi con una forbice tra consegne e somministrazione del 48%. Ma tra sabato e domenica sono giunte in Calabria altri 40.500 flaconi di AstraZeneca che hanno abbattutto la percentuale portandola al 33%. Non gli stessi numeri, invece, per il farmaco a marchio Moderna che è stato consegnato negli stessi giorni ma in quantità molto più esigue pari a 9.700 fiale

Una testa, un vaccino

Eppure la distribuzione dei vaccini nelle regioni dovrebbe avvenire sulla base di criteri ben precisi. Lo scorso 18 marzo il commissario straordinario per l'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, ha infatti imposto una modifica nei criteri di ripartizione secondo il principio "una testa, un vaccino". Se infatti prima la suddivisione per regione avveniva sulla scorta di percentuali diversificate per siero, dalla metà di marzo la stessa percentuale si applicata in maniera uniforme. Ad esempio, con i precedenti criteri la Calabria riceveva il 3,05% di AstraZeneca, il 3,10% di Pfizer e il 3,09% di Moderna. Oggi invece riceve sempre il 3,11% di ogni siero. La precentuale è calcolata sulla base del «numero di assistiti dal servizio sanitario nazionale (al netto degli under 16 e degli over 80) suddivisi per regione di assistenza secondo i dati in possesso di questa struttura commissariale».

La sterzata

Per tentare la sterzata anche il commissario ad acta, Guido Longo, nell'ultimo aggiornamento al piano vaccinale ha imboccato la strada dell'inserimento di nuove categorie tra quelle destinatarie del farmaco a marchio AstraZeneca. In particolare, nel richiedere alle aziende il completamento della prima fase ha espressamento stabilito la somministrazione di vaccini a vettore virale anche per tutti i soggetti che operano in presenza in strutture sanitarie e sociosanitarie e che non hanno ancora iniziato il ciclo di vaccinazione. Si tratta di tutti coloro i quali non hanno ancora aderito alla campagna e che si tenta ora di recuperare attraverso la somministrazione di sieri a vettore virale quali, ad esempio, AstraZeneca e Johnson&Johnson.

Giornalista
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