Covid, a Lamezia la Caritas vaccina gli “invisibili”: «Il diritto alla salute è di tutti»

VIDEO | Don Fabio Stanizzo: «Non dobbiamo dimenticare che nei nostri territori vivono diversi immigrati, anche irregolari e noi dobbiamo raggiungerli»

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di Tiziana Bagnato
26 maggio 2021
18:43

Da chi ha la tessera sanitaria o i documenti scaduti a chi non riesce per difficoltà logistiche a prenotare sulla piattaforma regionale, fino a coloro, prossimamente, che sono invisibili per lo Stato. Si rivolge a questa fascia d’utenza il nuovo servizio avviato a Lamezia Terme dalla Caritas Diocesana guidata da don Fabio Stanizzo.

Lo scopo è quello di potere incrementare l’accesso ai vaccini contro il Covid e ampliare il diritto alla salute, anche tra i più fragili. Basta fare un rapido passaggio tra le diverse strutture mattina che fanno capo alla Caritas in una mattina feriale per vedere ovunque stranieri, italiani e cittadini di origine rom in attesa.



La presenza in città della Caritas è tangibile e con l’epidemia è diventata determinante tanto da avere dovuto in poco tempo ampliare i propri spazi e servizi. Ora la messa a punto all’interno del Centro Interculturale Insieme di sportelli per sostenere chi non riesce ad adempiere alle procedure preliminari al vaccino. C’è chi ha la tessera sanitaria scaduta e non sa come rinnovarla, chi non sa usare un pc, chi ha problemi con la residenza. Ma accanto a questo microcosmo, ce ne è uno che vive in continua emergenza: sono gli irregolari quelli che per lo Stato non esistono. Spesso si arrangiano per strada o in alloggi di fortuna, hanno documenti scaduti da tempo o sono stranieri e irregolari. 

A loro si rivolge il nuovo percorso che don Fabio sta cercando di costruire: «Ci stiamo mettendo in dialogo con le istituzioni e con le autorità competenti per capire come possiamo aiutare queste persone invisibili. Ci siamo già interfacciati con il Gris (Gruppo regionale immigrazione e salute) per stilare insieme una richiesta da proporre alle autorità competenti allo scopo di capire come fare per intervenire».

«Non dobbiamo dimenticare – rimarca il direttore - che nei nostri territori vivono diversi immigrati, anche irregolari e noi dobbiamo raggiungerli. Dobbiamo tutelare il diritto alla salute che è un diritto di tutti, dobbiamo proteggerli, custodirli e indirizzarli sulla giusta strada».


All’interno di questo percorso si stanno completando nei locali della Concattedrale gli ambulatori solidali, un’ampia mensa e si sta per completare il nuovo dormitorio nel quartiere Sant’Eufemia.

Giornalista
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