Sanità Calabria

Influenza, covid e bronchioliti: la tempesta perfetta travolge anche il reparto pediatrico di Catanzaro: «Accessi triplicati»

VIDEO | Il primario Giuseppe Raiola fotografa una situazione di grande stress per l’azienda ospedaliera universitaria. L'80% dei piccoli pazienti presenta insufficienza respiratoria, molti sono supportati nell'ossigenazione. Ma il medico avverte: «Non sovraffollare il Pronto soccorso» 

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di Luana  Costa
6 gennaio 2024
06:15

Ha travolto tutti i reparti il picco influenzale, anche quelli pediatrici sono in questi giorni alle prese con un iperafflusso di piccoli pazienti colpiti da insufficienze respiratorie. All'azienda ospedaliero universitaria di Catanzaro si fanno i conti con accessi triplicati e ricoveri in aumento, una circostanza che sta mettendo a dura prova l'unità operativa di Pediatria, a cui stanno fornendo supporto reparti attigui per garantire una risposta efficace alla domanda di assistenza in costante aumento.

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Convergenza di virus

«Oggi ci troviamo di fronte ad una tempesta perfetta» spiega il primario dell'unità operativa di Pediatria, Giuseppe Raiola. «Abbiamo Covid, influenza, parainfluenza, metapneumovirus ma soprattutto virus respiratorio sinciziale che più frequentemente è causa di bronchiolite. I bambini particolarmente interessati sono quelli di età inferiore ai due anni e può essere più grave nei soggetti con età inferiore ai sei mesi».


Accessi triplicati

Un numero altissimo di casi, nell'80% si tratta di pazienti con insufficienza respiratoria, fortunatamente senza gravi conseguenze. Nessun ricovero in Rianimazione ma assistenza semintensiva con supporto di ossigenazione tramite alti flussi per migliorare le attività respiratorie. «Si tratta di soggetti che iniziano il decorso con una semplice rinite - aggiunge il primario - per poi presentare gradualmente una difficoltà respiratoria tale da richiedere il ricovero ospedaliero e l'uso di attrezzature utili al miglioramento dell'ossigenazione».

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Reparto saturo

Il primario Raiola

Si viaggia su una media di oltre 20 ricoveri, il reparto di Pediatria è ormai saturo ma già nella giornata di ieri il sovraffollamento è stato oggetto di una riunione convocata dal commissario straordinario, Simona Carbone, a cui ha preso parte anche il direttore sanitario, Giuseppe Panella, e il direttore medico di presidio, Gianluca Raffaele, oltre che il primario di Pediatria. Allo studio la possibilità di individuare nuovi spazi a supporto del dipartimento materno infantile da ristrutturare in tempi brevi per rispondere in maniera più agevole a questo genere di emergenze.

Ondate pandemiche

«Ormai dobbiamo abituarci a queste ondate ed epidemie» precisa Raiola. «Devo dire che abbiamo avuto una pronta risposta grazie alla sensibilità del commissario, tipica del sesso femminile, che immediatamente ha individuato spazi che ci consentiranno di affrontare in scioltezza simili casi di iperafflusso di pazienti».

Il peggio sembra ormai alle spalle ma già si prevede una nuova ondata. «Noi abbiamo assistito a questo primo picco, conseguenza delle festività natalizie che portano ad un aumento di situazioni di socializzazione. Ci aspettiamo un nuovo picco verso fine gennaio, inizio di febbraio a seguito della riapertura delle scuole e degli asili con una maggiore diffusione dei contagi».

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Non sovraffollare il pronto soccorso

Il consiglio del primario è in ogni caso di non sovraffollare il pronto soccorso ma di rivolgersi al pediatra di base per una prima valutazione dei sintomi. «Sicuramente lì dove il paziente può essere gestito in famiglia è bene farlo. Innanzitutto per evitare di intasare il pronto soccorso ma anche perché si rischia di stare in contatto in ambienti dove vi sono pazienti con patologie infettive e quindi sovrainfettarsi».

Quando andare in ospedale

«Quindi, il bambino che fino a tre giorni di febbre è in buone condizioni, si alimenta ed è vivace quando si abbassa la temperatura può essere gestito al domicilio. Diversamente il bambino che ha una ipertermia, che non si alimenta o è poco reattivo. Questo è sicuramente un paziente che va attenzionato, ancor di più se presenta importanti sintomi respiratori».

Giornalista
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