Covid, sanità al collasso nella Sibaritide: i verdi chiedono l’intervento dell’Esercito

VIDEO | Problemi sia nelle vaccinazioni sia nel tracciamento dei tamponi. E tutto viene scaricato sui sindaci dei territori

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di Matteo Lauria
27 marzo 2021
14:15

Chiesto l’intervento dell’Esercito e l'immediato coinvolgimento del commissario nazionale all’emergenza Covid, il generale di Corpo d'Armata Francesco Paolo Figliuolo e del responsabile della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Il grido d’allarme viene lanciato dal coordinatore regionale Verdi Calabria Giuseppe Campana e dal consigliere comunale Alessia Alboresi, relativamente alla gestione sanitaria in Calabria in materia di Covid e di vaccinazione.

Sanità al collasso nella Sibaritide 

Secondo gli ambientalisti nella Sibaritide e in tutta la provincia bruzia è «completamente saltata la catena di comando della governance sanitaria per affrontare la pandemia e che sui territori i sindaci, sempre in trincea, conducono le battaglie a difesa dei diritti dei loro concittadini con armi spuntate e inadeguate. Emblematica è la vicenda dei tamponi; il tracciamento rimane la prima linea di attacco alla pandemia ma constatare che la Regione autorizza sette strutture private – nessuna di queste in provincia di Cosenza – è a dir poco incomprensibile. Perché si continua a perdere tempo nel trasformare l’ospedale da campo di Cosenza in centro vaccinale? Un’emergenza straordinaria necessita di risposte straordinarie, partendo dalla soluzione ai problemi logistici, dalla somministrazione e dalla pianificazione della campagna vaccinale, che rischia di essere compromessa».  


La carenza di medici e personale

Per i Verdi è necessario individuare le responsabilità e capire chi deve fare cosa: «Non si può continuare a tamponare l’emergenza sanitaria senza personale sanitario. Ovunque mancano medici ed infermieri e ci si permette il lusso di spostare sanitari da un reparto all’altro da un ospedale all’altro, quasi fossero pedoni di una scacchiera, senza tener conto dei bisogni, delle esigenze strettamente legate ai dati dell’infezione sui territori. Per questo motivo siamo dell’idea che bisogna procedere in tempi rapidi, con procedure di protezione civile, anche con il supporto dell’Esercito».

 

Giornalista
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