Debiti Asp Cosenza, le Spv: «I nostri crediti sono veri e andremo in tribunale»

Le società di factoring che hanno acquistato crediti da alcune cliniche private ribadiscono la correttezza del loro operato e si dichiarano pronte a rivolgersi alla magistratura per ottenere quanto ritengono spetti loro

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10 febbraio 2021
22:30

Riceviamo e pubblichiamo la seguente richiesta di rettifica, a firma di Antonio Caricato (presidente del Cda di ToRo 1 Srl, Arrow Spv Srl, Tocai Spv Srl, Astrea Quattro Spv Srl) e Manlio Genero (amministratore unico di Pjt2411 Spv Srl):

In rettifica all'articolo “Asp Cosenza sotto attacco delle società di factoring: ma quei debiti esistono davvero?”, si segnala ai lettori che le Spv hanno sempre acquistato i crediti oggetto di cartolarizzazioni con modalità trasparenti, ricevendo puntualmente garanzie e documenti attestanti l'esistenza dei crediti. Si segnala altresì che in un'ottica di massima trasparenza e correttezza, nel dicembre scorso le Spv hanno offerto alle Asp calabresi (nonché alle competenti Prefetture) la propria collaborazione per procedere congiuntamente ad una ricognizione contabile delle posizioni creditorie, al fine di verificare la loro registrazione nella contabilità delle Asp e di accertare se esse risultassero ancora aperte o già saldate. L'Asp di Cosenza non ha però mai riscontrato l'invito delle Spv.


Contrariamente a quanto affermato nell'articolo, si segnala che i crediti che le Spv hanno acquistato dalla Fondazione Padre Pio Onlus sono stati dichiarati certi, liquidi ed esigibili dalla magistratura competente. Si segnala che tutti i crediti non pagati spontaneamente dalla Asp debitrice sono sempre oggetto di trasparenti e tracciabili giudizi ordinari dinanzi alla magistratura, chiamata ad accertare la legittimità della posizione delle Spv. Si precisa, inoltre, che nell'eventualità che il credito risulti non esigibile, le Spv non ne chiedono il pagamento alla Asp, poiché hanno il diritto di chiedere la restituzione del prezzo al cedente.

Infine, con riferimento alla domanda “A Cosenza, insomma, di pagare non ne vogliono sapere. Che faranno a Milano?”, si precisa che le Spv si affideranno alla magistratura competente per chiedere di accertare la certezza, liquidità ed esigibilità dei crediti da loro legittimamente acquistati.

Risponde Camillo Giuliani

Le informazioni contenute nell'articolo e contestate dalle Spv provengono tutte da un dossier (protocollo n° 0010209 del 25 gennaio 2021) firmato dal commissario straordinario dell'Asp di Cosenza, Vincenzo Carlo La Regina, ed inviato da quest'ultimo a un consigliere regionale, Carlo Guccione, in risposta a una sua richiesta di accesso agli atti relativi alla vicenda in questione. Documenti ufficiali, dunque, che attestano l'attuale posizione dell'Azienda sanitaria provinciale di fronte alle intimazioni di pagamento ricevute nei mesi scorsi dalle società di factoring.
Il dossier – poco più di 60 pagine – contiene venti diverse note protocollate e firmate da vari dirigenti dell'Azienda, il sottoscritto ne ha portato all'attenzione dei lettori il contenuto senza esprimere giudizi su chi abbia ragione tra Asp e Spv o sulla correttezza dell'operato di chicchessia, cosa che competerà eventualmente ad altri. Ho posto tutt'al più - dal titolo all'ultima parola - domande, un dovere per un giornalista al cospetto di una vicenda ancora non chiara a sufficienza e che potrebbe comportare esborsi milionari per il sistema sanitario regionale, con ripercussioni sui già deficitari servizi erogati ai cittadini.
Tra i documenti appena citati figurano i pagamenti alla Fondazione Padre Pio Onlus. È la dirigente Massenzo, non io, a riportare in una nota (protocollo n° 0094683 del 13 ottobre 2020) come buona parte delle fatture siano risultate già pagate alla fondazione pugliese e, a riprova delle sue affermazioni, allega pure i bonifici. Alcuni di essi risalgono a oltre dieci anni fa.
Sono le dirigenti Bernaudo e De Ciancio, non io, a sottoscrivere in più documenti protocollati l'assenza di molte fatture al centro della diatriba e a chiedere a due delle Spv (Tocai e Pjt 2411) copie conformi alle originali degli atti in questione. Ed è il dirigente Brogno, non io, ad aver messo in dubbio la validità delle cessioni dei crediti siglate tra le Spv e alcune case di cura (protocollo n°112885 del 18 dicembre 2020). O a suggerire, in qualità di legale dell'Azienda sanitaria, alle dirigenti di «contestare espressamente l'esistenza di alcun credito […] precisando l'inesistenza, per come accertato, di un credito certo, liquido ed esigibile con conseguente nullità degli eventuali atti di cessione sconosciuti dallo scrivente ed inefficacia nei confronti di questa Asp».
Spiace che l'Asp non abbia accolto il vostro invito alla collaborazione ma, stando alla data della risposta di La Regina a Guccione, anche la loro richiesta di avere le copie delle cessioni e delle fatture sembrerebbe andata a vuoto, almeno fino a pochi giorni fa (come riportato). In caso contrario i documenti da voi forniti sarebbero stati all'interno del dossier. E non lo sono, altrimenti il loro contenuto avrebbe trovato spazio nel testo tanto quanto la precedente replica - citata e linkata nel pezzo oggi contestato, a dimostrazione della correttezza del suo autore verso chi legge - delle Spv al primo articolo sulla questione.

giuliani@lactv.it

 

 

 

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