Caro ci è costato il Decreto Calabria: «Nessuna gara d'appalto e spese lievitate»

VIDEO | Il nuovo dirigente della Stazione unica appaltante regionale, Mario Donato, denuncia gli effetti del “commissariamento” voluto dall’allora Governo giallo-verde (ASCOLTA AUDIO

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di Luana  Costa
12 settembre 2020
16:22

«Non ci risulta che soggetti aggregatori di altre regioni abbiano svolto gare per il servizio sanitario calabrese». Parole come pietre, all'indomani del rientro nelle competenze della stazione unica appaltante della Regione Calabria, esautorata nell'aprile del 2019 dalla gestione delle proprie procedure di gara a seguito dell'entrata in vigore del decreto Calabria. 

 


A suon di proroghe

Il cambio di passo è stato segnato con l'approvazione di un emendamento al decreto Semplificazione che colpisce al cuore il decreto emergenziale congegnato appositamente per la regione supercommissariata e che consente oggi un rientro nelle competenze della Sua. «In questi mesi abbiamo assistito ad un fermo assoluto nelle procedure di gara - ha garantito il dirigente generale della stazione appaltante della Regione Calabria, Mario Donato -. E gli approvvigionamenti sono andati avanti attingendo a procedure di gara svolte in passato, molte delle quali anche scadute».

 

Paralisi di sistema 

Una paralisi di sistema prodotta dal mancato intervento delle stazioni appaltanti delle altre regioni d'Italia, così come previsto dal decreto Calabria, e che si è scontrata presto contro l'impossibilità di espletare nuove gare per l'acquisto di farmaci e presidi sanitari. In oltre un anno di supercommissariamento le aziende si sono viste così costrette ad andare avanti a colpi di proroghe continuando a pagare servizi e forniture senza poter operare un confronto dei prezzi sul mercato. 

 

Il decreto punitivo

Insomma, come spesso accade la cura si rivela inefficace se non finisce addirittura per incancrenire il problema. Ed è ciò che è accaduto in Calabria dove l'azione amministrativa non è stata per nulla snellita, al contrario ha subito una vera battuta d'arresto. «Ritengo che la norma contenuta nel decreto Calabria che impediva alla stazione unica appaltante della Regione Calabria di svolgere le procedure di gara per il servizio sanitario regionale - ha continuato Donato - sia nata da una cattiva informazione fornita al legislatore nazionale. La stazione unica appaltante nonostante l'inadeguatezza assoluta dell'organico nel periodo decorso ha svolto procedure di gara per due miliardi e mezzo di euro».

 

Il vuoto amministrativo

Le attività della Sua calabrese non hanno infatti mai brillato per celerità, una lentezza però addebitata dal dirigente del settore ad una cronica carenza di personale. Basti pensare che la pianta organica del dipartimento regionale dovrebbe contare a regime la presenza di 140 unità, attualmente ve ne sono in servizio solo sedici; solo quattro i funzionari impiegati nell'area tecnica deputata all'istruzione delle procedure di gara di cui due in utilizzo temporaneo.

 

Incontro alla Cittadella

Nei prossimi giorni si farà il punto della situazione. È già all'ordine del giorno un incontro con il dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute, Francesco Bevere, e con le aziende: «Abbiamo immaginato - ha continuato Donato - una programmazione biennale, partiremo immediatamente con le procedure di gara più urgenti».

Giornalista
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