Dieci anni senza Natuzza, polemiche e mestizia dietro le celebrazioni

VIDEO | La Villa della gioia, la struttura sorta a Paravati dietro input della mistica, dominata dal silenzio nel giorno dell'anniversario della morte. Il presidente della Fondazione: «Non avremmo potuto chiedere nessuna autorizzazione perchè non esistenti per il diritto canonico»

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1 novembre 2019
19:15

La folla oceanica che per anni ha riempito la Villa della gioia è sembrata un mero ricordo. Solo mestizia e rammarico per un anniversario importante, i dieci anni dalla scomparsa di Natuzza Evolo, di certo non celebrato secondo il messaggio di pace per cui la mistica ha speso una vita intera.  

Delle due messe nessuna è stata infatti officiata in quella chiesa realizzata su input di colei che parlava di se stessa definendosi «un umile verme di terra» dopo aver ricevuto precise indicazioni, in sogno, da parte della Madonna.


E il momento del ricordo è così scivolato via nella sede della cattedrale di Mileto attraverso le parole del vescovo Luigi Renzo e la lettura del vangelo della Beatitudine dei poveri, risuonata ancor più forte per l’invito a «non farsi corrompere dalle cose di questo mondo».

Un messaggio implicito, forse indirizzato ai componenti della Fondazione presieduta da Pasquale Anastasi che prima del decreto del 3 luglio aveva in gestione l’imponente struttura dedicata al Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime, e che oggi, proprio a causa di quello stesso decreto, che «di fatto - secondo Anastasi - ha cancellato l’istituzione sotto il profilo del diritto canonico, si è vista impossibilitata a fare richiesta di una possibile celebrazione».    

«Abbiamo saputo solo dai giornali che il presule ci avrebbe voluto autorizzare a celebrare messa nella Villa della Gioia», sono state le parole di rammarico di Anastasi, rammarico anche per la reazione dei familiari che avevano puntato l’indice contro «la sesta figlia di Natuzza», la Fondazione appunto, rea di averla tradita proprio nel giorno dell’anniversario prevedendo l’organizzazione di un concreto e non di una messa.   

«Non volevamo tutto questo. Contro il decreto del 3 luglio c’è stata la nostra rimostratio, una supplica al vescovo affinchè sospendesse l’efficacia. Essendo stata respinta, da non esistenti dal punto di vista del diritto canonico non avremmo potuto chiedere la celebrazione della messa. Nonostante ciò abbiamo invitato i fedeli ad essere preenti a tutte le funzioni programmate. Nutriamo grande affetto e amore per Natuzza, e non avevamo nessun altro modo per ricordarla se non quello di coinvolgere tutte le scuole della Calabria che volevano conoscere la storia di questa straordinaria donna attraverso la musica così da mandare un messaggio di amore e riconciliazione».

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