Folle aggressione

Donna pestata a sangue nel Vibonese, il procuratore Falvo: «C’è chi ha visto ma è andato via»

VIDEO | I presunti responsabili dell'aggressione, arrestati questa mattina, sarebbero due cugini di Zungri. La donna quando è arrivata in ospedale non riusciva ad aprire gli occhi per riconoscere gli aggressori

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di Cristina Iannuzzi
9 novembre 2021
13:18

Un fatto gravissimo, l’ennesimo che si registra in provincia di Vibo Valentia dove si assiste ad una «recrudescenza di un fenomeno odioso». Così il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo commenta l’arresto di due cugini di Zungri (Domenico Pugliese 25 anni e suo cugino Simone Pugliese 19 anni.), presunti autori del pestaggio avvenuto lo scorso settembre presso un distributore di benzina di Filandari, nel Vibonese.

Il pestaggio a Filandari

«Le immagini sono eloquenti», afferma Camillo Falvo. Le telecamere di videosorveglianza riprendono infatti il brutale pestaggio subito dalla donna, un’infermiera. «Ferma restando la presunzione di innocenza – prosegue il procuratore – le immagini immortalano la donna che viene picchiata, privata dell’autovettura e lasciata sul posto in condizioni critiche». Tant’è che quando i carabinieri arriveranno in ospedale, la donna non riuscirà ad aprire gli occhi per riconoscere i presunti aggressori.


«Spesso – denuncia Falvo- le querele, come purtroppo era successo anche in questo caso, vengono ritirate». Da qui l’accorato appello: «Invito le donne vittime di violenza a denunciare e a fidarsi dello Stato. Perché lo Stato c’è. La gente sappia che queste dinamiche – ha proseguito – vengono immediatamente perseguite ed accertare».

Il procuratore Falvo:«C’è chi è andato via»

Un fenomeno che può essere arginato solo con «un’attività di alfabetizzazione al rispetto della donna» ha affermato il procuratore che ha assicurato: «Sebbene siamo in pochi ad operare sul territorio, noi diamo la precedenza a questi fenomeni». Il comandante del nucleo investigativo Alessandro Bui ha sottolineato l’importanza della collaborazione della vittima e dei testimoni, sottolineando come anche in questo caso «ci sono state persone che hanno assistito alla vicenda e quando si sono rese conto che c’era un’aggressione in corso sono andate via». Importante è stata anche l’empatia che si è creata tra la giovane comandante del Norm Veronica Pastori e la vittima.

Giornalista
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