Il dramma

Dorme in una grotta a Scalea, dopo il ricovero Giulio è ripiombato nell’incubo della solitudine e dell’indifferenza

VIDEO | L'uomo, residente in Lombardia, vive nel comune altotirrenico da qualche tempo. Dopo un un tso, è tornato a vivere in strada ma ha bisogno di aiuto (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Francesca  Lagatta
22 febbraio 2022
15:05

Sotto la Torre Talao, simbolo della città di Scalea, in queste ore si consuma l'ennesimo dramma umano. Giulio, nome di fantasia, 42 anni da compiere, da qualche giorno dorme in una delle grotte sottostanti perché non sa in quale altro posto andare. L'uomo è reduce da un tso e qualche giorno di carcere, che non sono serviti a restituirgli la dignità. La sua è solo l'ennesima triste storia di solitudine e abbandono.

Di Giulio ci eravamo occupati già qualche giorno fa, dopo l'ultima sfuriata che gli è costata il ricovero coatto, e ieri, saputo del suo ritorno, eravamo andati a cercarlo in quella che ora è la sua nuova casa, una grotta gelida, senza luce, senza calore, dove rimane da solo, senza nemmeno qualcuno a cui stringere la mano nei momenti più duri. Ve lo diciamo subito: non lo abbiamo trovato. Ma siamo riusciti a metterci in contatto con lui e ci ha fatto sapere di aver effettivamente bisogno di aiuto.


Perché Giulio è finito lì?

Giulio ha origini lombarde ed è arrivato qui da qualche tempo in sella alla sua inseparabile biciletta. Si è lasciato tutto alle spalle dopo un periodo terribile in cui ha perso il lavoro e l'amore e contemporaneamente viene coinvolto in una vicenda giudiziaria. Per un po', dicono alcuni testimoni, vive una vita quasi tranquilla, poi le sue condizioni peggiorano. Giulio finisce i suoi risparmi e non ha più niente da mangiare. I famigliari sono al corrente della sua situazione ma spingono per un ricovero in una struttura, che lui invece rifiuta. La sua mamma, poi, non può consigliarlo perché non c'è più. Si rifugia pima a casa di un un uomo del posto, anche lui con forti disagi, poi trova riparo nella grotta, ma non può stare nemmeno lì e viene cacciato via una prima volta. Per mangiare si reca alla Caritas di don Cono e viene accolto, i volontari gli danno sempre un pasto caldo e lui ringrazia con il sorriso, nonostante tutto. Però ogni tanto cede alla tentazione dell'alcool e quel viso d'angelo si trasforma nel volto del diavolo. Sfascia qualunque cosa gli capiti a tiro. L'ultima volta ha distrutto la sala d'attesa della stazione ferroviaria di Scalea. In quella occasione Giulio capisce di aver bisogno di aiuto e sale con le sue gambe sull'ambulanza che lo condurrà in ospedale per un ricovero coatto. Le leggi in materia non garantiscono come dovrebbero la tutela delle persone fragili e dopo una dozzina di giorni è di nuovo libero, ma senza una casa, senza una meta, senza nessuno che lo aiuti ad affrontare la riabilitazione. Giulio torna nella grotta, non ha alternative.

Il nostro arrivo nella grotta

Sappiamo che Giulio ieri notte ha dormito lì e sappiamo che di solito esce dalla grotta in tarda mattinata. Così andiamo a cercarlo di buon mattino. Ma lui, invece, ha lasciato il rifugio prestissimo. Intorno alle sette, ci dice un anziano signore che incontriamo appena prima del sentiero che porta a Torre Talao. Giulio tornerà soltanto in serata, quando una forte tempesta comincerà ad abbattersi su tutta la costa altotirrenica. Ad ogni modo, la notizia dell'arrivo delle telecamere fa presto il giro della città e gli uffici amministrativi si attivano, anche se Giulio ha la residenza altrove. Questa mattina i vigili sono tornati e hanno provato a cercarlo anche a loro, ma invano. Poco dopo ci arriva una chiamata. Dall'altro capo del telefono ci avvisano che Giulio ci aspetta in un angolo della città. Ha saputo che siamo sulle sue tracce da due giorni e vuole parlare con noi.

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