Il documento

«Ecco perché Gratteri deve guidare la Procura nazionale antimafia», la relazione che lancia il magistrato calabrese

Il membro laico del Csm Fulvio Gigliotti ha spiegato i motivi per i quali insieme al consigliere togato Sebastiano Ardita ha votato per il procuratore capo di Catanzaro, considerandolo prevalente rispetto a Russo e Melillo. Il 4 maggio si decide (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Antonio Alizzi
29 aprile 2022
06:45
Il procuratore Gratteri
Il procuratore Gratteri

È stato il consigliere laico Fulvio Gigliotti, eletto alla Camera dei Deputati con il Movimento Cinque Stelle, ad aver scritto la relazione con cui l’avvocato calabrese e il consigliere togato Sebastiano Ardita, hanno espresso la preferenza per il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, alla guida della Direzione nazionale antimafia, quale successore del procuratore Federico Cafiero de Raho, andato in pensione. Com’è noto, il magistrato nazionale antimafia Giovanni Russo ha ottenuto due voti (quello di Antonio D’Amato, componente di Magistratura indipendente, e Alessio Lanzi, consigliere laico espressione di Forza Italia), mentre l’attuale procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo, è stato sostenuto in quinta commissione dal consigliere togato Alessandra Dal Moro, componente di AreaDg, corrente associativa della sinistra giudiziaria.

Il parere del Consiglio giudiziario di Catanzaro su Nicola Gratteri

La relazione su Nicola Gratteri inizia con il passaggio del Consiglio Giudiziario di Catanzaro, che ha espresso parere positivo, in una nota del 27 gennaio 2022. «Le pregresse esperienze quale titolare di uffici inquirenti in costante, continuativa attività di indagini e accertamenti su fenomeni mafiosi, a carattere nazionale ed internazionale, i rapporti in coordinamento con altri uffici di procura, distrettuali e nazionali, e con gli organismi internazionali, in Europa, in sud e nord America, in Oriente e estremo oriente, Australia, denotano una spiccata attitudine a ricoprire l'ufficio di procuratore nazionale ed antiterrorismo» si legge nel documento.


Gratteri, dalle capacità organizzative ai casi di ingiustizia detenzione

«Quanto agli indicatori del Tu (Testo unico, ndr) sulla Dirigenza, il dottore Gratteri risponde, in maniera esaustiva, e completa ai parametri siccome in precedenza evidenziato, sia generali che specifici. I dati richiamati, infatti, trovano diretto riscontro e sviluppo nella esperienza di componente di Commissioni Legislative per la riforma di normativa sostanziale e processuale, sulla partecipazione ad incontri internazionali con i responsabili di organismi primari nella lotta al crimine organizzato. II tutto accompagnato dalla produzione scientifica e dal coinvolgimento in attività di promozione della legalità presso istituzioni di formazione giovanile (scuole, università, comunità); il tutto completato dal contatto diretto con la comunità attraverso rapporti diretti ed immediati.

Il quadro trova completamento nei metodi di indagine unici ed originali, di estrema efficacia, elaborati sulla base della eccellente capacità organizzativa, sullo scambio di informazioni istituzionali sul coordinamento con uffici di procura nazionali e con le agenzie e gli organismi internazionali, sulla conoscenza della criminalità organizzata, con un dato esperienziale stratificato dalla attività relativa a migliaia di processi e fenomeni. Il riscontro è costituito dalle iniziative processuali e dai favorevolissimi indici di ricambio e di smaltimento dei processi in un quadro di disposition time (per usare canoni eurojust) estremamente positivo se rapportato agli altri uffici nazionali, ancorché meno gravati in rapporto organico/numero di processi rispetto alla Procura di Catanzaro. Ottimo, infine, è il risultato della validazione giurisdizionale dei provvedimenti laddove si consideri che, in disparte le valutazioni di allarme, nell'anno 2020 non è intervenuto alcun ristoro da ingiusta detenzione per processi promossi su impulso della Procura di Catanzaro».

Precedentemente anche il Consiglio giudiziario del Distretto di Reggio Calabria aveva elogiato le sue conoscenze internazionali, con cui aveva avuto la possibilità di relazionarsi su inchieste contro il narcotraffico e la ‘ndrangheta oltre Oceano. Nella relazione, inoltre, vengono citati tutti i libri scritti con il giornalista Antonio Nicaso. Da “Fratelli di Sangue. La ‘ndrangheta tra arretratezza e modernità: da mafia agro-pastorale a holding dei crimine” del 2006 a “Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e le altre storie di lotta alle mafie” del 2021.

Nessuna criticità nel curriculum di Gratteri

Inoltre, scrive Gigliotti, «è da evidenziare come nessuna criticità sia rinvenibile nel fatto che il dott. Gratteri è stato, con sentenza della sezione disciplinare del 23.5.1997, condannato alla sanzione dell’ammonimento in relazione ad un fermo disposto nel 1993, quando era in servizio alla Procura di Locri, privo nella motivazione del riferimento alla sussistenza degli specifici elementi a fondamento del pericolo di fuga. Infatti, va considerato che si tratta di un episodio del tutto isolato nel corso della lunga e sempre eccellente carriera professionale, come attestata da tutte le valutazioni di professionalità sempre elogiative (in tal senso anche la valutazione relativa alla nomina a magistrato di appello, nella quale è stato considerato l’episodio). D’altronde si tratta di un episodio risalente alla fase iniziale della carriera (dopo solo due anni di funzioni come pubblico ministero), a ben ventinove anni fa, e peraltro da collocare in un contesto lavorativo caratterizzato da un enorme carico di lavoro e da indagini di gravissimi processi di criminalità organizzata (come dato conto nella stessa sentenza disciplinare)».

Il percorso professionale di Nicola Gratteri

Gratteri inizia a lavorare presso il tribunale di Locri. Comincia a svolgere le funzioni di pm nel 1991, occupandosi di diverse inchieste antimafia, vista l’applicazione alla Distrettuale concessa in quel periodo in modo frequente. Dal processo “Leonardo Aversa+19” a quello “Paolo Romeo+72”. Questo lo porterà poi in riva allo Stretto. «L’impegno del candidato nella trattazione di procedimenti in materia di criminalità organizzata, soprattutto (ma non solo) di stampo ‘ndraghetista, diveniva ovviamente più marcato dopo l’assunzione delle funzioni presso la Procura distrettuale di Reggio Calabria, ove, in qualità di sostituto procuratore, è stato designato quale componente della locale Dda, con assegnazione degli affari inerenti alla c.d. fascia Jonica, dal 18.1.1996 all’8.6.2004 e, successivamente, dal 18.10.2007 al 2.2.2009 (quindi, complessivamente per circa 9 anni e 8 mesi)». E qui inizia un altro elenco di inchieste: dall’operazione “Primavera” alla strage di Duisburg.

La strage di Duisburg e le indagini coordinate da Gratteri

«Gratteri ha personalmente condotto e coordinato l'attività relativa la c.d. Strage di Duisburg avvenuta nel mese di agosto del 2007, che portava agli arresti dei mandanti e dei soggetti coinvolti, oggi condannati in via definitiva all'ergastolo. Nel dettaglio, il 15 agosto 2007, nell'ambito di una faida tra gruppi mafiosi contrapposti, vennero uccisi in Germania, a Duisburg, Marmo Marco, Pergola Francesco, Tommaso Francesco, Pergola Marco, Giorgi Francesco e Strangio Sebastiano. Le attività investigative, oltre a consentire l’individuazione dei responsabili dell’eccidio, hanno evidenziato l’esistenza di più "locali" di 'ndrangheta in Germania. Nonostante la complessità delle investigazioni, tenuto conto del fatto che i reati si sono consumati in un paese estero, il dott. Gratteri ha, in tempi rapidi, concluso le indagini preliminari ed esercitato l’azione penale».

Nel 2009 assume l’incarico di procuratore aggiunto di Reggio Calabria, avendo la possibilità di condurre altre indagini contro narcotrafficanti e ‘ndranghetisti, come la famosa inchiesta “Crimine” che aveva permesso di scoprire «l'esistenza della 'ndrangheta come organizzazione di tipo mafioso unitaria, insediata sul territorio di Reggio Calabria e articolata in tre mandamenti; b) l'esistenza di un organo di vertice che ne governa gli assetti, assumendo o ratificando le decisioni più importanti; c) l'infiltrazione radicata della 'ndrangheta calabrese in Canada, Germania, Svizzera e Australia».

Infine, il passaggio alla procura di Catanzaro. Siamo nel 2016, quando comincia la fase investigativa che porterà alla nascita di vari procedimenti, tra cui proprio “Rinascita Scott”, la maxi inchiesta antimafia contro le cosche di ‘ndrangheta del Vibonese. Per Gigliotti e Ardita, dunque, Gratteri è prevalente rispetto a Russo e Melillo. Ora toccherà al Plenum decidere. L’assemblea è convocata per il 4 maggio alle ore 10.

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