Dopo la riforma

Consorzi di bonifica, la “magia” della Regione: trasforma i suoi debiti in crediti e chiede 184 milioni agli 11 enti in liquidazione

VIDEO | In vista della nascita del Consorzio unico della Calabria, la Cittadella presenta il conto. Con una mano ha dato e ora con l’altra toglie: chiede la restituzione delle risorse in più che nel corso degli anni ha regolarmente erogato per l’attività di forestazione “fuori bilancio”

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di Luana  Costa
18 febbraio 2024
06:15

Trasformare 62 milioni di debiti in 184 milioni di crediti. È questo il prodigio che la Regione è riuscita a compiere appena 16 giorni prima della messa in liquidazione degli undici consorzi di bonifica, soppressi e assorbiti nelle funzioni dal Consorzio di bonifica della Calabria. Un miracolo che ha però richiesto lunghi tempi di gestazione.

Ingiunzione milionaria

Per arrivare alla firma del decreto del 15 dicembre scorso – premessa di una ingiunzione di pagamento da 184 milioni di euro nei confronti degli undici consorzi di bonifica - sono infatti stati necessari oltre due anni e ben due commissioni per accertare i crediti o i debiti – dipende dalla metodologia di calcolo – che intercorrono tra gli ex enti consortili e la Regione Calabria.


In origine, debiti 

Una prima commissione venne insediata nel dicembre del 2011 con l’obiettivo di quantificare i debiti che la Cittadella aveva accumulato nei confronti degli undici consorzi per le attività di forestazione che questi ultimi svolgevano per conto della prima. Gli esiti si sono avuti solo due anni dopo, nel novembre del 2013 la commissione accertò infatti la posizione debitoria della Regione Calabria: 62 milioni di euro da sborsare agli enti consortili per le attività di forestazione svolte dal 2001 al 2020. Il resoconto è contenuto in un dossier stilato da Anbi e depositato agli atti della VI commissione del Consiglio regionale.

Il dubbio residuo

Nel luglio del 2019, tuttavia, la Regione decide di insediare un secondo gruppo di lavoro per l’accertamento “effettivo” del credito. I lavori vanno avanti per altri due anni e si concludono nel novembre del 2021. Ma è solo a dicembre del 2023 che i dipartimenti Agricoltura e Forestazione cristallizzano quel risultato in un decreto notificato agli undici consorzi di bonifica appena due settimane prima della loro messa in liquidazione.

Poi diventano crediti

La Regione non è più debitrice ma d’un colpo diventa creditrice degli enti consortili vantando somme per 184 milioni di euro. Ad esiti diametralmente opposti giungono le due commissioni, entrambe – seppur in tempi diversi - insediate al dipartimento Agricoltura per definire l’annoso contenzioso insorto tra gli enti a seguito delle riforme che avevano in parte spostato in capo ai consorzi le attività di forestazione.

Un problema di calcolo?

Evidentemente un problema di calcolo: dalla conclusione dei lavori della seconda commissione all’adozione del decreto che ne ufficializza l’esito trascorrono più di due anni e in questo arco di tempo il dipartimento, intanto, dispone la revoca delle precedenti delibere, in cui si accertava il debito nei confronti degli enti consortili, e si cerca la sponda di Anbi.

Le riserve di Anbi

A marzo 2022 l’associazione viene convocata in Cittadella per illustrare la metodologia di calcolo ottenendone però solo una serie di osservazioni. «Le attività di forestazione sono interventi pubblici da eseguirsi su concessione (delega amministrativa) per amministrazione diretta, le cui spese sono rappresentate da oltre il 90% dei salari della manodopera» obietta Anbi Calabria in una nota di aprile di quell’anno.

Attività delegate dalla Regione

«Le risorse previste nei piani attuativi sono risultate insufficienti a finanziare interventi da espletarsi per tutto l’esercizio». Insomma, gli enti consortili per far fronte finanziariamente alle attività di forestazione delegate dalla Cittadella hanno speso più risorse di quelle previste nei piani attuativi, puntualmente liquidate dal dipartimento nel corso degli anni attraverso decreti. Di cui adesso la Regione chiede la restituzione.

Il maxi-credito

È dall’incrocio analitico tra i finanziamenti previsti nei piani attuativi di forestazione e i successivi decreti liquidati dal dipartimento che spunta fuori il maxi-credito di 184 milioni di euro, notificato agli enti consortili a pochi giorni dalla messa in liquidazione.

La riforma dei consorzi

Ad agosto dello scorso anno, infatti, viene approvata la legge di riforma che ne prevede la soppressione e la nascita del Consorzio di bonifica della Calabria. Con un timing piuttosto ristretto, la nomina di un commissario entro 10 giorni ed entro il 31 dicembre l’approvazione dello statuto, del piano del fabbisogno del personale e del bilancio preventivo.

Il breve idillio

La scelta inizialmente ricade su Fabio Borrello «per gli ottimi risultati che ha prodotto nella gestione del Consorzio di Bonifica di Catanzaro». È il pubblico elogio espresso dal presidente della Regione all’atto della nomina ma l’idillio dura poco. Dopo solo quattro mesi, il 13 dicembre, il commissario si dimette accompagnato alla porta dal governatore che nel frattempo dimostra di aver mutato opinione: dagli «ottimi risultati» ad «inadempiente» il passo sembra breve.

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Controllore e controllato

A stretto giro si individua, quindi, un più opportuno rimpiazzo. È lo stesso dirigente del dipartimento Agricoltura, Giacomo Giovinazzo, a prendere le redini del neonato consorzio nella doppia veste di controllore e controllato. Infatti, in qualità di commissario del nuovo ente è chiamato a redigerne gli atti che poi sottopone a sé stesso quale organo di verifica e controllo del consorzio.

Il dono dell'ubiquità

È il dipartimento Agricoltura ad esercitare tale funzione, a disporlo è la legge istituiva (art. 29) quale procedura di verifica su eventuali profili di illegittimità degli atti adottati dal commissario. Le ultime due settimane di dicembre sono poi un fiorire di atti in una corsa contro il tempo.

Le ingiunzioni di pagamento

Il 15 i dirigenti dei dipartimenti Agricoltura e Forestazione siglano il fatidico decreto che ingiunge il pagamento di 184 milioni di euro agli undici consorzi. E questi di rimando – per mano dei commissari nominati dalla Regione – iniziano a firmare le delibere di presa d’atto dell'ingiunzione di pagamento.

Rinuncia ai giudizi

È il 29 di dicembre. I consorzi di bonifica ionio catanzarese e crotonese – retti dallo stesso commissario dopo la defenestrazione di Fabio Borrello – pubblicano gli atti. Addirittura quello di Crotone firma una rinuncia a tutti i contenziosi pendenti davanti al Tribunale contro la Regione. Quasi 9 milioni di euro in due diversi procedimenti civili per ottenere, appunto, il recupero dei crediti afferenti ai piani attuativi di forestazione.

Debiti o crediti?

Così fanno anche tutti gli altri, qualcuno con qualche perplessità in più. Ad esempio, il consorzio di bonifica Tirreno Vibonese firma la presa d’atto ma nella delibera ci tiene a precisare che «i dati indicati nell’ordine di pagamento non collimano con quanto emerge dai bilanci che sono stati approvati – per tutti gli anni di riferimento dell’ingiunzione – dalla Regione e che rendicontano una generale situazione creditoria e non debitoria dell’ente nei riguardi della Regione».

L'atto finale

Il 31 dicembre l’atto finale. Il commissario del consorzio di bonifica della Calabria, Giacomo Giovinazzo, approva lo statuto dopo averlo evidentemente sottoposto al proprio controllo quale dirigente del dipartimento competente. E come previsto nella legge istitutiva gli undici consorzi di bonifica sono soppressi e posti in liquidazione. Toccherà adesso ai tre commissari liquidatori - nominati sempre dalla Regione - metter mano ai bilanci degli undici ex consorzi accertando le poste attive e quelle passive, insomma, i debiti e i crediti. Chissà se non ne verrà fuori un altro miracolo.

Giornalista
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