Fiumare depredate, la replica all'Inviato speciale: «I varchi abusivi hanno danneggiato i muri»

La Città metropolitana: «La pericolosità dei muri posti sull’argine del torrente Razzà non dipende né dalla Città metropolitana, né dalle ditte che hanno eseguito i lavori per la Pedemontana»

di Redazione
29 aprile 2021
11:07

«La pericolosità dei muri posti sull’argine del torrente Razzà non dipende né dalla Città metropolitana, né dalle ditte che hanno eseguito i lavori per la Pedemontana, è semmai frutto degli interventi fatti negli anni dai proprietari dei terreni agricoli per ricavare varchi abusivi per garantirsi l’accesso ai fondi tramite il corso d’acqua».

È questa la risposta che il dirigente dell’ente reggino, Lorenzo Benestare, ha dato - incalzato nella puntata de L’inviato speciale andata in onda lunedì sera – respingendo con parole dure le proteste dei cittadini. Parole che chiamano in causa gli agricoltori che nel 2019 avevano diffidato, inascoltati, le imprese che effettuavano il prelievo autorizzato di ghiaia nel letto del torrente, che secondo loro è l’unica causa dell’ammaloramento dei manufatti.


Secondo la spiegazione che hanno dato gli imprenditori, infatti, «sarebbe stata prelevata molta più sabbia di quella consentita», ma anche su questo il tecnico ha rispedito al mittente l’obiezione: «la commissione di collaudo ha dato parere favorevole agli interventi eseguiti, gli stessi carabinieri hanno indagato sui nostri lavori, ma avrebbero dovuto indagare sugli accessi abusivi perché nulla è stato modificato e le strade di accesso che c’erano prima ci sono pure ora». Quest’altra dichiarazione è stata smentita da Vincenzo Gagliardi che, in studio, ha descritto il senso della diffida che come legale aveva presentato. «Agli agricoltori è stata promessa una strada che non è stata fatta – ha detto – ed è tutt’altro che rispettato il loro diritto di accedere visto che sono stati creati tunnel che non consentono il passaggio dei mezzi agricoli, isolando quindi le proprietà e penalizzando i gestori che non possono raccogliere i frutti». Ma chi deve riparare i muri che ora sono a rischio crollo? Secondo Alfonso Aliperta, presidente dei geologici calabresi, l’altro ospite in studio, «la competenza è della Città metropolitana». 

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