Fondi per la cultura, ecco come la compagna di Oliverio influenzava il dipartimento regionale

VIDEO | Adriana Toman indagata per turbata libertà degli incanti. Secondo gli inquirenti, avrebbe sfruttato la propria posizione per favorire l'erogazione di contributi regionali a persone a lei vicine. Nove nel complesso le persone coinvolte

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di Salvatore Bruno
14 maggio 2019
08:51
Adriana Toman
Adriana Toman

Sono due le condotte illecite contestate dal Pubblico Ministero di Catanzaro Veronica Calcagno e dal Procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, a carico di Adriana Toman, destinataria di un avviso di conclusione delle indagini preliminari relative al reato di turbata libertà degli incanti. Secondo gli inquirenti, avrebbe utilizzato la propria posizione di compagna del governatore Mario Oliverio, per favorire l’erogazione di contributi regionali a persone a lei vicine. Nove nel complesso le persone coinvolte.

Il finanziamento al Centro d’Arte Achille Capizzano

Il primo dei due episodi contestati, riguarda una presunta segnalazione di Adriana Toman in favore di Antonio Sicoli, direttore del Maon, il Museo dell’Ottocento e del Novecento sito nel centro storico di Rende. La Toman lo avrebbe presentato alla dirigente generale del dipartimento regionale turismo e beni culturali, istruzione e cultura, Sonia Tallarico, organizzando anche un incontro con lei negli uffici della Regione. In questa occasione, Sicoli avrebbe chiesto alla Tallarico un contributo per l’organizzazione di alcune mostre, pari a 20mila euro. Per erogare il contributo senza obbligo dell'avviso pubblico, la Tallarico ha allora inserito la proposta di Sicoli direttamente tra le linee di azione da finanziare attraverso il programma annuale del Fondo Unico per la Cultura. Il contributo è stato poi liquidato al Centro per l’Arte e la Cultura Achille Capizzano, di cui Sicoli è direttore artistico.


Il Circuito Teatrale Regionale

Più complessa è la vicenda dell’assegnazione dei fondi del Circuito Teatrale Regionale, messi a bando per un importo di complessivi 660 mila euro, equamente spalmati sulle tre macroaree nord (provincia di Cosenza), centro (province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia) e sud (provincia di Reggio Calabria). Al termine delle procedure di gara, sono risultate vincitrici tre compagnie: la Ginestra per Cosenza, Portacenere per la zona centro e Officine joniche per Reggio. Tutte e tre avevano come denominatore comune l’aver designato Dante De Rose e Marco Silani in qualità di direttori artistici. Per l’area centro però, prima dell’assegnazione definitiva, l’associazione culturale Officina Teatrale di Catanzaro, aveva presentato istanza di rivalutazione del punteggio attribuito. E la Commissione di valutazione, le aveva dato ragione. Secondo la Procura, è stato allora provvidenziale l’intervento di Adriana Toman la quale, insieme a Marco Silani, i due sono legati da antichi rapporti di amicizia e collaborazione professionale, si sarebbe attivata con il concorso della dirigente Sonia Tallarico, affinché la Commissione stessa, composta da Pasquale Giorgio Piraino, Angela Rotella e Giacinto Gaetano, tutti indagati, rimettesse la responsabilità della decisione definitiva al coordinatore ed al componente dell’avvocatura regionale, Gianclaudio Festa e Dario Borruto. Questi, scrive la Procura, su impulso della Toman, avrebbero poi reso parere contrario inmerito all’ammissibilità dell’istanza avanzata dall’Associazione Officina Teatrale di Catanzaro, consentendo così alla compagnia teatrale Portacenere, di aggiudicarsi la quota di contributo destinato alla zona centro, pari a 220 mila euro.

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Giornalista
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