Emergenza

Francavilla Angitola e il torrente della paura: «Cosa si aspetta? Un nuovo disastro?»

VIDEO | L’alveo del Quercia ostruito da rifiuti ingombranti ed una rigogliosa vegetazione. Eppure i cittadini pagano le tasse per interventi di manutenzione che non si vedono da anni

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di Cristina Iannuzzi
11 giugno 2023
15:02

Un torrente che costeggia la provinciale 19 e l’Autostrada del mediterraneo. Nel suo alveo c’è di tutto: cumuli di rifiuti, vasi, un grande ventilatore, perfino lo sportello di un’auto. E poi rovi, sterpaglie, una vegetazione fittissima che ostruisce il regolare deflusso delle acque. La casa di Maria Mancari, che dista a poche centinaia di metri, è stata allagata ben tre volte negli ultimi anni. Siamo a Francavilla Angitola, nel Vibonese e il fiume della paura, in questo caso, è il Quercia. «Viviamo costantemente nella paura», dice Maria, 86 anni.

Gli appelli rivolti alle diverse istituzioni, dalla Regione alla Provincia, fin qui sarebbero caduti nel vuoto. Eppure i cittadini pagano le tasse. Un altro residente ci mostra un bollettino da 143 euro: beneficiario è il Consorzio di bonifica Tirreno Catanzarese, la causale «manutenzione e irrigazione per l’annualità 2021». Nessuno, però, riesce a ricordare l’ultima volta che da queste parti si sono visti uomini e mezzi per prevenire i fenomeni di dissesto idrogeologico che nello sfasciume pendulo calabrese si ripetono a ritmo costante.


È Francesca Bilotta a contattare la nostra redazione, alla testa di un gruppo di residenti che, per esorcizzare la paura e soprattutto i rischi, non sanno più a che santo votarsi. «Con tutte queste bombe d’acqua che si verificano, la situazione che si vive qui è un incubo – dice – In questa zona vivono diverse famiglie, ci sono anziani e bambini. Cosa si aspetta per intervenire? Un nuovo disastro? Qualcuno potrebbe rimetterci la vita». Francesca mostra le immagini di alcune tra le più recenti esondazioni: una casa allagata, la strada invasa di fango e detriti esondati dal torrente in piena. La rappresentazione più eloquente della situazione è quella che offre Francesco Pellegrino: «Quand’ero bambino venivamo qui, sotto il ponte, dopo la pioggia, per vedere la cascata. C’era un dislivello di tre metri, ora se tra il torrente e il ponte ci sono trenta o quaranta centimetri è pure troppo». Ha paura per i suoi cari, per i suoi figli e, soprattutto, per l’anziana madre, che ha già fatto i conti con la piena del fiume che le ha allagato più volte la casa.

Negli ultimi tempi (ed è tutto dire) in fondo è andata bene. Nessuna porta sfondata, nessuno costretto a riparare al piano superiore. I conti con il dissesto idrogeologico e l’assenza di interventi di pulizia e manutenzione sul torrente Quercia, però, i residenti di questa zona li hanno dovuti comunque fare. È sempre Francesca Bilotta, sotto il ponte che sovrasta la strada che conduce alla abitazioni, a spiegarci cosa è accaduto, già più volte e cose, permanendo così le cose, tornerà ad accadere. «Il torrente esonda – dice – sommerge quasi completamente la strada, ostruisce il passaggio delle auto. Isola le case. Quando va bene resta un metro per poter passare. Non è una bella situazione». Già, non lo è affatto.

Giornalista
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